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lunedì 26 marzo 2012

RAFFAELE MORELLI... FELICITA'



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4 commenti:

Pierpaolo ha detto...

Molto interessante. Mi permetto solo d'esprimere un mio semplice parere.
Tirare in ballo le stagioni paragonandole all'alternarsi delle felicità rende il suo discorso semplicistico. Le stagioni hanno riferimenti ciclici che possono ben ripetersi. Determinate felicità vanno e vengono e non esiste "nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
nella miseria..."
Questo a testimonianza del fatto che i rimorsi e le nostalgie sorgono proprio perché l'uomo stesso, cosciente, sa che determinate cose furono e mai più saranno, a differenza delle stagioni che godono di una certa "ripetitività". Ripetitività che, purtroppo, ovviamente, non può esistere nel sentire determinate felicità... E' assolutamente inevitabile...
A risentirci Alberto :)

Alberto ha detto...

Ciao Pier, in parte condivido il tuo ragionamento. Tuttavia credo che le stagioni, come dici tu, godono è vero di una ripetitività ma il punto secondo me è un altro. Il dolore e la gioia esistono ma il farle perdurare nella nostra mente è una scelta nostra. Esempio: se una ragazza mi ha lasciato negli anni 80 e io ancora ci penso, l'inverno è gia passato ma io sento ancora freddo. E ciò non ha senso, oltre ad essere fuori stagione eheh.
Ciao!

Pierpaolo ha detto...

Mi hai dato una fantastica risposta e mi hai allo stesso tempo strappato un sorriso consapevole, di quelli che ti vengono quando afferri qualcosa... :)

Grazie e a presto Albè

Anonimo ha detto...

Ogni volta che comprendo la mia vita ho l'occasione di essere felice.
E' verita' affermare il ciclo duale tristezza-felicita' ma e' altrettanto vero che se comprendo cio' che e' sono avvantaggiato verso la felicita'.