sabato 17 ottobre 2020

NON ESISTE VENTO FAVOREVOLE PER IL MARINAIO CHE NON SA DOVE ANDARE



La voglia di sognare un mondo migliore, che dovrebbe animare l’età giovanile, è talvolta sopraffatta da sentimenti di rassegnazione e vuota accettazione che sembrano pervadere molti giovani.
 
Il preconcetto che sia impossibile cambiare la società – ormai fossilizzata in schemi precostituiti – sembra aver avuto la meglio sulla voglia di creatività e ribellione che dovrebbe essere caratteristica imprescindibile della giovane età.

Forse perché, in un sistema in cui le dinamiche politico/burocratiche e le "schifose" storture del sistema riempiono la mente di negatività e malessere, appare arduo liberare il pensiero illuminato e artistico, laddove con la parola arte si intende qualsiasi azione umana che neghi la ripetitività del gesto e sappia far luce sulle mille sfaccettature che qualsiasi attività (amata) porta con sé.

Sempre più spesso, invece, assistiamo al talento di giovani che si muovono all'interno di regole prestabilite dalla società, una società che non sembra avere a cuore l'originalità, mossa soltanto da mere logiche di profitto utilitaristico.

Tutto ciò risulta paradossale, ancor più in Italia, paese che per dna o per grazia concessa, si è da sempre distinto per la dimensione creativa e ha contribuito nel costruire i sogni delle future generazioni del pianeta. Così oggi, le passioni artistiche come la scultura, la poesia e la pittura, sembrano relegate al mondo della inutilità quando, invece, potrebbero generare bellezza e lavoro.

A chi addebitare la colpa di tutto ciò? Alla politica, al sistema in generale? Sì, ma solo in parte.
Nessun cambiamento, nessuna ribellione-gentile può avere inizio se non si è disposti a far sentire la propria voce, a gridare che il lavoro nobilita l'uomo soltanto se non lo rende schiavo, ad affermare che il rispetto del prossimo si manifesta anzitutto nel garantirgli la possibilità di espressione e creatività.

Sarebbe opportuno andare oltre le semplici lamentele nei confronti di un sistema che sembra volerci meri automi esecutori e non pensanti. Già... ma come?
Innanzitutto, ognuno di noi, potrebbe innalzare il proprio innato spirito creativo, ritagliando all'arte spazi della quotidianità che magari, adesso, sono dedicati alla passività dei social. 
 
La semplice indignazione non è sufficiente se non è accompagnata dalla capacità di reinventarsi e rispolverare il talento che ognuno di noi – giovane o anziano – possiede.

E, se qualcuno potrebbe obiettare che con i sogni non si mangia, dimentica che è possibile anche mangiare e morire da schiavi.
Diceva Seneca: non esistono venti favorevoli per chi non sa dove andare. 
A.P.

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