martedì 13 luglio 2010

OSHO: UMILTA' E TIMIDEZZA



Osho, qual è la differenza tra essere umile, essere timido e nascondersi per paura?
La differenza tra essere umile, essere timido e nascondersi per paura è grandissima.
Ma l’inconsapevolezza umana è tale che nessuno riesce a fare distinzioni tra le proprie azioni e il modo in cui interagisce con la realtà; la differenza, altrimenti, sarebbe così chiara che persino fare questa domanda non avrebbe senso.
Prima di tutto devi considerare più attentamente la parola ‘umile’. Tutte le religioni le hanno dato una connotazione sbagliata: per umile intendono solo l’opposto di egoista. Non è così. Persino l’esatto opposto dell’ego sarà ancora ego, solo nascosto dietro una facciata.
Questo si vede ogni tanto nella cosiddetta persona umile: pensa di essere più umile di chiunque altro… e quello è l’ego. L’umiltà non conosce questo tipo di linguaggio.
Per avidità, – a causa di una tremenda avidità di entrare in paradiso e godersi tutti i suoi piaceri, – un uomo è capace di reprimere il suo ego e diventare umile.
Prima che possa dirti cos’è la vera umiltà, devi comprendere quella falsa.
Se non comprendi la falsa umiltà, è impossibile definire quella vera. In realtà, quando comprendi quella falsa, la vera umiltà sorge spontaneamente nella tua visione.
La falsa umiltà è solo ego represso, che finge di essere umile ma desidera comunque essere superiore. La vera umiltà non ha nulla a che fare con l’ego: è assenza dell’ego. Non vuole essere superiore a nessuno.
È pura e semplice comprensione del fatto che nessuno è superiore, e nessuno è inferiore; le persone sono solo se stesse, uniche in modo incomparabile. Non puoi paragonarle e trovarle superiori o inferiori. Quindi la persona veramente umile è molto difficile da comprendere, perché non sarà umile nel modo in cui lo intendi tu.
Hai conosciuto centinaia di persone umili, ma erano tutti egoisti, e tu non sei in grado di riconoscere il loro ego represso.
La vera umiltà è semplicemente assenza dell’ego. Vuol dire abbandonare interamente la personalità – tutte le ‘decorazioni’ accumulate intorno a te – ed essere simile a un bambino che non sa chi è, che non sa nulla del mondo.
Ha occhi che vedono con chiarezza; può vedere il verde degli alberi con più lucidità di come lo vedi tu. I tuoi occhi sono pieni di quella polvere che chiami conoscenza, sapere.
Per quale motivo hai accumulato questa polvere che ti sta rendendo cieco? Perché il sapere dà enorme energia al tuo ego. Tu sai, e gli altri no.
La persona umile non sa nulla. Ha percorso il cerchio completo fino a tornare all’innocenza dell’infanzia.
È colmo di meraviglia. Vede misteri dappertutto.
Raccoglie sassi e conchiglie sulla spiaggia e se ne rallegra come se avesse trovato diamanti e smeraldi e rubini.
I bambini hanno una enorme chiarezza. In quella chiarezza, in quella trasparenza, in quella prospettiva il mondo appare come un miracolo. La persona umile ritorna a questa esistenza miracolosa.
Noi la diamo per scontata, ma non siamo in grado di capire come dallo stesso terreno nascano il fiore di loto, e la rosa, e milioni di altri fiori.
La terra non ha colori; e allora da dove arrivano tutti quei colori meravigliosi? La terra è rozza; da dove vengono le rose vellutate?
La terra non è verde; da dove arrivano tutti gli alberi verdi?
La persona umile è come se fosse di nuovo un bambino. Non ha pretese, ma solo gratitudine, gratitudine per ogni cosa; è persino grata per cose di cui tu non puoi nemmeno immaginare si possa essere grati.
Una persona umile vive una vita di gratitudine senza condizioni; non è solo grata a dio, ma anche agli esseri umani, agli alberi, alle stelle, a tutto.
Essere timidi è un’altra espressione dell’ego, anche se è stato trasformato quasi in un ornamento.
Una persona timida, specie una donna in Oriente, viene considerata particolarmente aggraziata proprio perché è timida; ma queste donne sono timide solo perché la cosa viene molto apprezzata.
In Occidente piano piano questa timidezza sta scomparendo nelle donne, perché non viene più considerata di qualche valore. È solo il segnale di una tradizione di schiavitù.
La donna moderna in Occidente se ne è liberata perché era anche una catena, un legame, che deve essere spezzata se la donna vuole essere libera.
Quali sono i momenti in cui inizi a sentirti timido?
Sono i momenti in cui qualcuno ti loda, i momenti in cui qualcuno ti dice: ‘Sei così bella!’ – e sai che non è vero, che non ci sono in giro così tante persone belle. Ma quasi tutti incontrano qualche idiota che dirà loro: ‘Sei così bella!’
E proprio allora sorge la timidezza perché sai che non è vero, ma soddisfa talmente il tuo ego!
Puoi provare, puoi dire a un donna molto brutta, o a un uomo brutto: ‘Mio dio! Il mondo non ha mai visto qualcuno come te.
Sei così bella che persino Cleopatra non è niente al tuo confronto’.
Persino la donna più brutta non sarà capace di negarlo. Anzi ti dirà: ‘Sei la sola persona che dimostra di avere buon gusto…’
La persona priva di ego non si sente mai timida. Se dici qualcosa di falso su di lei, lei stessa lo confuterà. Vuole mostrarsi in tutta la sua autenticità.
E l’ultima cosa: ‘nascondersi per paura’. Sono tutte diverse espressioni dell’ego: una falsa umiltà, l’essere timidi – sapendo perfettamente che ciò che viene detto non è vero – e la terza, il nascondersi per paura.
Tranne l’ego, non c’è elemento in te che possa provare paura, perché l’ego è l’unica cosa falsa e destinata a morire.
Il tuo corpo non scomparirà – semplicemente si dissolverà nei suoi elementi di base – né morirà la consapevolezza.
Continuerà il suo viaggio verso livelli e forme più alti di espressione, o si dissolverà infine nella consapevolezza universale.
Ma quella non è morte. È diventare più grandi, più vasti… infiniti ed eterni.
Non è una perdita. L’unica cosa che morirà, ed è morta tutte le volte in cui sei morto – il corpo torna ai suoi elementi materiali, la consapevolezza va nella consapevolezza universale o in una nuova forma di consapevolezza – l’unica cosa che muore più e più volte è l’ego.
Ecco perché l’ego è la causa fondamentale di tutta la paura che c’è in te.
Un uomo privo di ego è anche privo di paure.
Per quanto ti riguarda si tratta solo di una distinzione intellettuale. Non così per me: è la mia esperienza.
Il giorno in cui il mio ego è scomparso, ho scoperto un tipo completamente diverso di umiltà. Ho scoperto che non c’è nessun motivo per essere timidi, e non mi sono mai nascosto per paura.
Questa può diventare anche la tua esperienza: a meno che non diventi un’esperienza, la sola comprensione intellettuale non serve. La meditazione è un aiuto a liberarti dall’ego, e allora tutte e tre queste cose scompariranno.
Ma se ti trovi in uno stato di inconsapevolezza, sarà molto difficile distinguere tra l’umiltà autentica e quella finta.
Un uomo mi ha detto: ‘Non solo non so cosa mi porterà il domani, ma non sono ancora del tutto sicuro di ciò che mi è successo ieri’.
Viviamo tutti come sonnambuli, camminiamo nel sonno. La nostra consapevolezza è un fenomeno così superficiale, e la nostra inconsapevolezza è profondissima…
Le nostre azioni nascono tutte dall’inconscio; le nostre decisioni nascono dalla mente cosciente. Ecco perché azioni e decisioni non vanno mai di pari passo.
Dici qualcosa ma poi fai qualcos’altro, perché dentro di te sei completamente diviso.
Chi agisce è la parte inconscia, mentre la mente cosciente è così piccola che riesce solo a produrre parole. Per quanto riguarda l’azione e lo stile di vita, essi provengono dall’inconscio.
È vastissimo – la tua eredità di milioni di anni di evoluzione umana – e straordinariamente potente.
Ricorda che se sei in balia dell’inconscio, non c’è alcuna possibilità di vedere le cose esattamente come sono. Tranne che con la meditazione, non c’è altro modo di portar luce nell’oscurità inconscia del tuo essere.
Man mano che la meditazione progredisce, cresce la consapevolezza, e diminuisce l’inconsapevolezza.
Al livello più alto la consapevolezza è totale e l’inconsapevolezza è completamente scomparsa.
Quello è il momento in cui le tue parole, la tua vita e il tuo essere hanno lo stesso significato, sono in sintonia: non c’è frattura, divisione o antagonismo.
Sarà bene che non ti limiti a una curiosità intellettuale riguardo alle distinzioni tra le cose.
Vai più in profondità nella tua meditazione, e poi la risposta nascerà dentro di te. Solo una risposta che è tua, può renderti veramente saggio.
tratto da:
Osho
Per rimanere in tema consigliamo di leggere:





Se ti è piaciuto questo post ti consigliamo anche:

The Zone: Oltre il velo. Un libro giallo che, pur rimanendo tale, tratta indirettamente dell'esperienza nel qui e ora, in maniera - secondo noi - più appassionante di tanti altri testi specifici sul tema.

2 commenti:

Luigi Zizzari ha detto...

Concordo solo in parte con quanto dici. L'umiltà è l'essere cosciente della propria relatività. Ma non significa sentirsi un quasi nulla, una mezza cartuccia. Bisogna comunque partire da un concetto di base fondamentale: fino a quando non se ne dimostra inconfutabilmente la loro falsità le idee e le conoscenze sono vere.
La persona umile non deve fare il modesto. Sembra che tu confondi modestia con umiltà.

Alberto ha detto...

Ciao Maralgiu non ho scritto io questo brano, è di Osho; credo che lui abbia voluto porre l'accento,come del resto fa in continuazione, sulla consapevolezza e sul suo opposto:l'inconsapevolezza. Se hai letto Osho hai capito cosa intendo. Umiltà non significa sentirsi un nulla e neanche sentirsi il primo. Umiltà secondo me vuol dire SENTIRE DI FAR PARTE DI UN TUTTO E GODERNE. Mi piace molto un passaggio di questo brano: La vera umiltà non ha nulla a che fare con l’ego: è assenza dell’ego. Non vuole essere superiore a nessuno.
È pura e semplice comprensione del fatto che nessuno è superiore, e nessuno è inferiore; le persone sono solo se stesse, uniche in modo incomparabile. Grazie cmq per il tuo intervento vero e sincero.