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lunedì 18 dicembre 2023

Corsa e Meditazione


La corsa può essere una meditazione?

Sì, se fatta con apertura mentale,

lasciando i pensieri liberi di fluire.

Immersi nella musica dei suoni della natura o nel trambusto cittadino.

Liberi dai tempi e dalle prestazioni, liberi di accelerare o di camminare.

Liberi di osservare la realtà esterna e quella interna, senza attaccarsi nè all'una nè all'altra.

Correre sulla spiaggia, sul cemento, ovunque.

A piedi nudi o con le scarpe, non importa.

Importa soltanto lasciar fluire, per diventare tutt'uno con la corsa.

E, passo dopo passo, andare oltre.

sabato 7 febbraio 2015

L'arte di correre di Murakami Haruki



Tratto da "L'arte Di Correre" (Murakami Haruki)

Il desiderio di solitudine è sempre esistito dentro di me. Quindi correre un’ora al giorno, e garantire così un intervallo di silenzio tutto mio, è indispensabile alla mia salute mentale. Per lo meno durante quel lasso di tempo non ho bisogno di parlare con nessuno, di ascoltare nessuno. Basta che contempli il paesaggio, sia quello esterno che quello mio interiore. Questo momento di solitudine è per me più prezioso di qualsiasi altra cosa. Ogni tanto qualcuno mi chiede a cosa penso mentre corro. Se devo essere sincero, non me lo ricordo nemmeno io..quando corro semplicemente corro. In teoria nel vuoto. O viceversa, è anche possibile che io corra per raggiungere il vuoto . in quella sospensione spazio- temporale, pensieri ogni volta differenti si instaurano naturalmente nel mio cervello. Il nostro spirito non è abbastanza forte per concepire il nulla, e inoltre non è coerente. Insomma, i pensieri che si avvicendano nella mia mente mentre corro sono semplicemente dei derivati dal nulla, tutto lì. Si formano ruotando intorno al nulla. Somigliano alle nuvole che vagano nel cielo. Nuvole di grandezza e forme diverse che arrivano, e se ne vanno, Semplici ospiti di passaggio . Ciò che resta è soltanto il cielo, che è sempre lo stesso. Che è qualcosa che esiste, ma al tempo stesso non esiste. Che ha una sostanza e al tempo stesso non ne ha. Noi non possiamo fare altro che constatare la situazione - l’esistenza di quell’immenso contenitore- e accettarla.