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venerdì 5 aprile 2024

Racconto Zen: il rumore della mente

 


Un discepolo vagava con il suo Maestro per imparare l'arte dello zen.

Dopo un lungo cammino, il discepolo iniziò ad agitarsi perché nessun insegnamento era ancora stato palesato dal Maestro.

Così, dopo qualche tempo, non riuscì a trattenersi e gli disse: "Maestro, sono giorni che camminiamo e tu ancora non hai detto una parola sulla strada da intraprendere verso la consapevolezza".

Il Maestro lo guardò e gli disse: "hai ragione, ti parlerò dello zen dopo che avrai bevuto l'acqua del ruscello".

"Quale ruscello?" disse il discepolo.

"Quello che ti scorre accanto", disse il Maestro. "Non sei riuscito a sentirlo perché il suono della tua mente era troppo forte. Impara a lasciare andare i tuoi pensieri e falli scorrere come l'acqua di quel ruscello. Questo è l'insegnamento più importante che posso darti. Adesso andiamo a bere". 

sabato 17 febbraio 2024

Racconto Zen: Gratitudine



Un ricco mercante fece visita ad un maestro zen che era conosciuto per la sua grande saggezza e generosità che gli derivava dallo stato di illuminazione che aveva raggiunto.

Recatosi presso la dimora del saggio maestro, il ricco mercante era intenzionato a diventare suo discepolo per poter conseguire anch'egli l'illuminazione. Così, per ringraziarselo, gli portò in dono un sacco pieno di monete d'oro.

Il maestro, afferrò il sacco e lo mise di lato senza dir nulla.

<<Quel sacco è pieno di monete d'oro.>> disse il mercante.

<<Lo so.>> disse il maestro.

<<E non dici nulla? non mi ringrazi?>> disse il mercante.

<<E perché dovrei farlo?>> disse il maestro. <<E' colui che dona che dovrebbe essere grato.>>

giovedì 15 febbraio 2024

Racconto Zen: il Buddha che manteneva la calma



Un tale fece visita a Buddha ed iniziò a ricoprirlo di insulti immotivati, prima di lieve entità e poi sempre più terribili, falsi ed ingiuriosi.

Ciò nonostante il Buddha rimaneva impassibile, finché l'uomo andò via continuando ad urlargli contro.

Più tardi, quando i suoi discepoli che avevano assistito alla scena gli chiesero come avesse fatto a mantenere un tale stato di calma e serenità, Egli così rispose: "cosa accadrebbe se vi inviassero una lettera e voi decideste di non aprirla? Il contenuto di quella lettera non avrebbe alcun effetto su di voi, non è vero?

Bene, comportatevi allo stesso modo tutte le volte che verrete insultati. Decidete di non aprire quella lettera.

giovedì 18 gennaio 2024

L'illusione della paura: racconto zen


L'illusione della paura

In un antico monastero cinese viveva un monaco che ogni qualvolta si ritirava in meditazione, scorgeva un lupo inferocito che lo rincorreva. Egli non riusciva più a meditare per colpa di questa visione. 

Così un giorno andò dal suo maestro per chiedergli un consiglio, e gli disse: “Maestro, aiutami. Un lupo inferocito mi perseguita. Ho paura, non riesco più a meditare. Cosa devo fare?

Il Maestro rispose: “Prendi questo pennarello e quando vedrai il lupo disegnagli una bella croce sul petto e vedrai che scomparirà”.

Il discepolo era titubante ma allo stesso tempo riponeva molta fiducia nel suo saggio maestro, così si mise subito a meditare con il pennarello in mano.

Allorchè chiuse gli occhi, dopo poco, il lupo apparve.

Il discepolo, spaventato dalla visione dell'animale, strinse il pennarello e fece una bella croce nel suo petto ed il lupo improvvisamente scomparve.

Preso da immensa gioia, il giovane discepolo andò dal suo maestro per raccontargli del buon esito e disse: “Maestro, avevate ragione, quando ho fatto una croce sul lupo, improvvisamente è scomparso. Ho vinto la mia paura e di questo ve ne sarò grato per sempre, ma vi prego, spiegatemi cosa è accaduto al lupo?”.

Il maestro sorridendo gli disse: “Hai visto il tuo petto?”.

Il discepolo chinò gli occhi sul suo corpo e vide che era segnato da una croce, la stessa fatta un attimo prima al lupo.

Così egli capì che le paure e le preoccupazioni erano frutto dei suoi pensieri e non di realtà concrete.

sabato 17 aprile 2021

TUTTO E' IL MIGLIORE

 

Camminando per un mercato, Banzan colse un dialogo tra un macellaio e un suo cliente.

<<Dammi il miglior pezzo di carne che hai.>> disse il cliente.

<<Nella mia bottega tutto è il migliore.>> ribattè il macellaio. <<Qui non trovi un pezzo di carne che non sia il migliore.>>

A queste parole Banzan fu illuminato.

Fonte: 101 storie zen


Consigliamo di leggere:

The Zone:Oltre il velo. Un libro giallo che, pur rimanendo tale, tratta indirettamente dell'esperienza nel qui e ora, in maniera - secondo noi - più appassionante di tanti altri testi specifici sul tema.

domenica 28 marzo 2021

LO ZEN DI BUDDHA

Buddha disse:<<Io considero la posizione dei re e dei governanti come quella dei granelli di polvere.

Osservo tesori d'oro e di gemme come se fossero mattoni e ciottoli.

Guardo le più belle vesti di seta come cenci strappati.

Vedo le miriadi di mondi dell'universo come i piccoli semi di un frutto, e il più grande lago dell'India come una goccia d'olio sul mio piede.

Mi accorgo che gli insegnamenti del mondo sono l'illusione di maghi.

Distinguo il più elevato concetto di emancipazione come un broccato d'oro in un sogno, e considero il sacro sentiero degli illuminati come fiori che si schiudano ai nostri occhi.

Vedo la meditazione come il pilastro di una montagna, il Nirvana come un incubo delle ore diurne.

Considero il giudizio del bene e del male come la danza serpentina di un drago, e il sorgere e il tramontare delle credenze come null'altro che le tracce lasciate dalle quattro stagioni>>. 

Fonte: 101 STORIE ZEN


IN PARTICOLARE TI CONSIGLIAMO DI LEGGERE:

THE ZONE:OLTRE IL VELO: Un libro giallo che tratta la tematica del qui e ora!

sabato 20 marzo 2021

RACCONTO ZEN: LO ZEN DI OGNI ISTANTE

Gli studenti di Zen stanno coi loro maestri almeno dieci anni prima di presumere di poter insegnare a loro volta. 

Nan-in ricevette la visita di Tenno, che dopo aver fatto il consueto tirocinio era diventato un insegnante. Era un giorno piovoso, perciò Tenno portava zoccoli di legno e aveva con sé l'ombrello.

Dopo aver salutato, Nan-in disse:<<Immagino che tu abbia lasciato gli zoccoli nell'anticamera. Vorrei sapere se hai messo l'ombrello alla destra o alla sinistra degli zoccoli>>.

Tenno, sconcertato, non sepper rispondere subito. Si rese conto che non sapeva portare con sé il suo zen in ogni istante.

Diventò allievo di Nan-in e studiò ancora sei anni per perfezionare il suo Zen in ogni istante.

Fonte: 101 Storie Zen. Editore Adelphi.

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giovedì 11 marzo 2021

RACCONTO ZEN: ANNUNCIO

 

Nel suo ultimo giorno di vita Tanzan scrisse sessanta cartoline postali e incaricò un suo assistente di impostarle.

Poi morì.

Sulle cartoline c'era scritto:

Sto per andarmene da questo mondo.
Questo è il mio ultimo annuncio. 
Tanzan
27 luglio 1892
 
Fonte:

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sabato 23 gennaio 2021

RACCONTO ZEN: LA STRADA FANGOSA


Una volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa. Pioveva ancora a dirotto.

Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza, in chimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada.

<<Vieni, ragazza>> disse subito Tanzan. Poi la prese in braccio e la portò oltre le pozzanghere.

Ekido non disse nulla finchè quella sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte. Allora non potè più trattenersi. <<Noi monaci non avviciamo le donne>> disse a Tanzan <<e meno che meno quelle giovani e carine. E' pericoloso. Perchè l'hai fatto?>>

<<Io quella ragazza l'ho lasciata laggiù>> disse Tanzan. <<Tu la stai ancora portando con te?>>

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mercoledì 6 gennaio 2021

RACCONTO ZEN: NON SI PUO' RUBARE LA LUNA

 


Ryokan, un maestro di Zen, viveva nella più assoluta semplicità in una piccola capanna ai piedi di una montagna. Una sera un ladro entrò nella capanna e fece la scoperta che non c'era proprio nulla da rubare.

Ryokan tornò e lo sorprese. <<Forse hai fatto un bel pezzo di strada per venirmi a trovare,>> disse al ladro <<e non devi andartene a mani vuote. Fammi la cortesia, accetta i miei vestiti in regalo>>.

Il ladro rimase sbalordito. Prese i vestiti e se la svignò. 

Ryokan si sedette, nudo, a contemplare la luna. <<Pover'uomo,>> pensò <<avrei voluto potergli dare questa bella luna>>.

Fonte: 101 Storie Zen

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martedì 29 dicembre 2020

RACCONTO ZEN: AMORE



 Se ami, ama apertamente

Venti monaci e una monaca, che si chiamava Eshun, facevano esercizio di meditazione con un certo maestro di Zen. 

Nonostante la sua testa rapata e il suo abito dimesso, Eshun era molto carina. Diversi monaci si innamorarono segretamente di lei. Uno di questi le scrisse una lettera d'amore, insistendo per vederla da sola.

Eshun non rispose. Il giorno dopo il maestro fece lezione ai suoi discepoli, e alla fine della conferenza Eshun si alzò. Rivolgendosi a quello che le aveva scritto, disse:<<Se veramente mi ami tanto, vieni qui e prendimi subito tra le tue braccia>>.

Fonte: 101 Storie Zen








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domenica 20 dicembre 2020

RACCONTO ZEN: OBBEDIENZA


Le lezioni del maestro Bankei non erano frequentate solo dagli studenti di Zen ma anche da persone di ogni ceto e di ogni setta. Lui non citava i sutra né si dilungava in dissertazioni tradizionali. Al contrario, le parole gli uscivano direttamente dal cuore e raggiungevano il cuore di chi lo ascoltava.

Che lui avesse un pubblico tanto numeroso fece infuriare un prete della setta Nichiren, perché tutti i suoi seguaci lo avevano abbandonato per andare a sentire lo Zen. L'egocentrico prete Nichiren si recò al tempio, risoluto ad avere un contraddittorio con Bankei. 

<<Ehi, insegnante di Zen!>> gridò. <<Aspetta un momento. Chi ti rispetta obbedirà a quello che dici, ma un uomo come me non ti rispetta. Puoi convincermi ad obbedirti?>>.

<<Vieni qui accanto a me e te ne darò la prova.>> disse Bankei.

Con aria altera, il prete si fece largo in mezzo alla folla e si avvicinò all'insegnante.

Bankei sorrise. <<Vieni qui alla mia sinistra.>>

Il prete obbedì.

<<No,>> disse Bankei <<parleremo meglio se ti metti alla mia destra. Vieni da quest'altra parte.>>

Con aria sprezzante il prete passò dall'altra parte.

<<Come vedi,>> osservò Bankei <<tu mi stai obbedendo, e io trovo che sei veramente gentile. Ora siediti e ascolta.>>

Fonte: 101 Storie Zen



domenica 13 dicembre 2020

RACCONTO ZEN: AH SI'?


Il maestro di Zen Hakuin era decantato dai vicini per la purezza della sua vita.

Accanto a lui abitava una bella ragazza giapponese, i cui genitori avevano un negozio di alimentari. Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, i genitori scoprirono che era incinta.

La cosa mandò i genitori su tutte le furie. La ragazza non voleva confessare chi fosse l'uomo, ma quando non ne potè più di tutte quelle insistenze, finì col dire che era stato Hakuin.

I genitori furibondi andarono dal maestro.

<<Ah sì?>> disse lui come tutta risposta.

Quando il bambino nacque, lo portarono da Hakuin. Ormai lui aveva perso la reputazione, cosa che lo lasciava indifferente, ma si occupò del bambino con  grande sollecitudine. Si procurava dai vicini il latte e tutto quello che occorreva per il piccolo.

Dopo un anno la ragazza madre non resistette più. Disse ai genitori la verità: il vero padre del bambino era un giovanotto che lavorava al mercato del pesce.

La madre e il padre della ragazza andarono subito da Hakuin a chiedergli perdono, a fargli tutte le loro scuse e a riprendersi il bambino.

Hakuin non fece obiezioni. 

Nel cedere il bambino, tutto quello che disse fu: <<Ah sì?>>. 

Fonte: 101 Storie Zen



domenica 1 novembre 2020

RACCONTO ZEN: MUCCA


Un maestro zen s'imbatté in una casa abitata da una famiglia molto povera la cui unica fonte di sostentamento era una mucca che forniva loro il latte.
Il maestro, che viaggiava sempre in compagnia di un suo discepolo, ordinò a quest'ultimo di rubare la mucca.
Il discepolo trasalì ma ubbidì al maestro e, nella notte, portò via la mucca.
Dopo alcuni anni il maestro morì.
Un giorno il discepolo decise di tornare in quel luogo per avere notizie di quella famiglia di povera gente.
Giunto a destinazione vide campi coltivati, una stalla ed una bellissima casa con uno splendido giardino fiorito in cui tanti bambini correvano felici.
Il monaco era meravigliato e chiese al padre famiglia come avessero fatto a cambiare la loro situazione di vita.
Il padre rispose che, un tempo vivevano solo di stenti e del poco latte che forniva loro una vecchia mucca. Poi un giorno, la mucca era scomparsa e, da quel momento in poi, per sopravvivere  furono costretti a coltivare la terra e acquisire nuove abilità che, se la mucca non fosse scomparsa, non avrebbero mai sviluppato.


domenica 4 ottobre 2020

THE ZONE

Prevalentemente utilizzato nel linguaggio sportivo, il termine the zone indica uno stato di trance agonistica, lo stato mentale in cui l'atleta è totalmente focalizzato nell'azione da compiere. Entrare nella zona, in the zone, sempre nel gergo dello sport, coincide con un particolare stato di grazia, durante il quale si è totalmente immersi nel gesto atletico riuscendo ad ottimizzare le proprie prestazioni.

Il termine the zone è ripreso anche dalla psicologia moderna quando descrive l'esperienza del fluire (flusso o esperienza ottimale) come quel particolare stato della coscienza in cui l'individuo è totalmente focalizzato in un determinata attività.

In realtà, ben prima dell'ambito sportivo e di quello psicologico, il concetto in questione sembra derivare da millenarie tradizioni filosofiche e spirituali che si soffermano sul concetto di presenza mentale e consapevolezza. Ad esempio, chi pratica il buddismo zen tramite la meditazione, impara a dimorare nel presente e ad osservare il flusso continuo dei pensieri da osservatore (testimone). 

Recentemente anche il grande tennista Federer si è pronunciato cosi' in merito alla sua esperienza nella zona: "Quando entri ‘in the zone’, è come se tutto accadesse al rallentatore, mentre per il mio avversario il tempo scorre più velocemente. Senti quasi di avere più tempo, sei più sereno e più rilassato."Qui l'articolo. 

Esistono molti testi che parlano dell'esperienza nella zona, ma oggi vogliamo consigliare un libro giallo che, pur rimanendo tale, tratta indirettamente dell'esperienza della zona, in maniera - secondo noi - più appassionante di tanti altri testi specifici sul tema.
Qui il link:

mercoledì 20 gennaio 2016

Mente zen, Mente di principiante

 Fonte immagine: https://pixabay.com/it/rana-macro-anfibio-verde-raganella-111179/

 Fonte:tratto interamente dall'ottimo sito:http://zeninthecity.org/letture/autori-vari/shunryu-suzuki-roshi-niente-di-speciale/

Le storie zen, o koan, sono difficilmente comprensibili se non sapete che cosa stiamo facendo attimo per attimo. Ma, se sapete esattamente che cosa stiamo facendo ad ogni istante, non troverete i koan così difficili. I koan sono tanti. Vi ho spesso parlato di una rana, e ogni volta tutti si mettono a ridere. Ma una rana è molto interessante. E per giunta siede come noi, lo sapete. Però non pensa di fare assolutamente niente di speciale. Mentre può darsi che voi, quando entrate nello zendo e sedete in meditazione, crediate di fare qualcosa di straordinario. Dopotutto, vostro marito o vostra moglie se ne stanno a dormire, mentre voi invece fate zazen! Voi sì che state facendo qualcosa di straordinario, e i vostri cari sono pigri! Può darsi che intendiate in questo modo lo zazen. Ma guardate la rana. Anche una rana sta seduta come noi, ma non ha alcuna idea dello zazen. Osservatela. Se qualcosa la disturba fa una smorfia. Se le passa vicino qualcosa di commestibile, lo afferra e lo mangia, sempre restando seduta. Ecco qual è effettivamente il nostro zazen: assolutamente niente di speciale.
Mente Zen - Mente di Principiante
Voto medio su 1 recensioni: Buono
 
Da: Shunryu Suzuki-roshi, “Mente zen, mente di principiante“, Astrolabio Ubaldini, 1978.

sabato 3 ottobre 2015

Acqua su Marte? questa non la bevo, parola di Asimov

Fonte: https://pixabay.com/it/marte-mars-rover-viaggi-nello-spazio-67522/

Il pianeta rosso che trae il suo nome dal dio romano della guerra e non dal suo omonimo caramellato (Mars) ha ispirato la fantasia di intere generazioni anche grazie a colui che è ritenuto una pietra miliare nel campo della fantascienza: Isaac Asimov, capace di anticipare i tempi immaginando scenari futuribili sull'evolversi di Mars (non mi riferisco all'avvento del Bounty) diventati solide realtà (cit.) a seguito della ufficializzazione della notizia da parte della Nasa che su Mars c'è acqua.

Infatti, ciò che nel racconto di Asimov del 1952 "Maledetti Marziani" poteva sembrare una geniale elucubrazione fantastica dell'autore, alla luce della nuova scoperta assurge a sconvolgente certezza: su Marte non c'è acqua bensì dissipatori.

Cosa sono i dissipatori nel racconto di Asimov? Questo dice Wikipedia: (...) La storia inizia quando un politico terrestre, John Hilder, tramite comizi e discorsi muove l'opinione pubblica contro le tre colonie extraterrestri accusandole di consumare grandi quantitativi di acqua, proveniente come provvigione dal pianeta madre, per il sostentamento delle basi non terrestri. In particolare, egli si avventa contro i cosiddetti "dissipatori", ossia i motori che permettono la propulsione spaziale vaporizzando l'acqua tramite pile nucleari e direzionando il getto per poter compiere gli spostamenti voluti (...)

Ricapitoliamo: secondo Asimov l'acqua sulle colonie extraterresti (ivi compresa Marte) non c'è e, pertanto, il pianeta madre (la terra) fornisce l'acqua per il funzionamento dei motori spaziali.

Dunque, delle due l'una: o il più grande scrittore fantascientifico di tutti i tempi, colui che ha immaginato l'avvento dei robot, la televisione 3D e gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi (errata corrige) ha, stavolta, preso una cantonata di dimensione extraplanetaria, oppure i nostri governi vogliono nascondere una triste realtà (se non sei complottista e non hai le basi di astronomia puoi interrompere qui l'articolo e sollazzare la tua beata ignoranza con la lettura di Ciaula scopre la Luna), la verità, infatti, potrebbe essere una: la Terra fornisce acqua, a nostra insaputa, ai dissipatori alieni che con gommoni aerospaziali mossi da "motori che permettono la propulsione spaziale vaporizzando l'acqua", sbarcano sulle nostre coste facendo approdare omini verdi che dicono di avercelo duro.

Lungi dal coltivare sentimenti di odio razziale, tuttavia, per onestà intellettuale è doverso definire questi omini verdi per quello che sono: Clandestini! Ecco cosa sono! Che qualcuno li rispedisca da dove sono venuti! Al loro paese d'origine! In primis perchè il colore verde è preoccupante, potrebbe derivare da qualche rara malattia aliena inguaribile per l'uomo, ed in secondo luogo, questo fatto di averlo sempre duro potrebbe rappresentare una concorrenza sleale (Antitrust batti un colpo o questi ne battono diversi alle nostre donne!)

Noi siamo terrestri, loro sono alieni, se ne tornino nel loro paese verde e, come scrisse Asimov, in "Maledetti Marziani" noi siamo Grounder che tradotto vuol dire abitanti della terra: Terroni.
Autore: Alberto P.


Libri Asimov

venerdì 10 luglio 2015

Charlotte Joko Beck

Ad ogni momento la vita ci da sempre esattamente il maestro di cui abbiamo bisogno.
Questo comprende ogni zanzara, ogni sfortuna, ogni semaforo rosso, ogni ingorgo, ogni odioso capoufficio(o impiegato), ogni momento di gioia o depressione, ogni respiro.
Ogni attimo è il guru.

  Charlotte Joko Beck

Consiglio di lettura
Niente di speciale
Vivere lo zen
Voto medio su 1 recensioni: Da non perdere

martedì 17 febbraio 2015

Racconto taoista di Derek Lin

Una conversazione tra onde di Derek Lin tradotto da Alessandro Zampagna
Fonte: http://www.taoism.net/it/waves.htm


C’era una volta una piccola onda che era triste. “Sono così infelice” si lamentava. “Le altre onde sono grandi e potenti, mentre io sono piccola e debole. Perché la vita è così ingiusta?”

Un’altra onda, passando da quelle parti, sentì la piccola onda e decise di fermarsi. “La pensi così solo perché non hai visto chiaramente la tua ‘natura autentica’. Pensi di essere un’onda e pensi di essere infelice. In realtà tu non sei né l’una né l’altra.”

“Cosa?” La piccola onda era stupita. “Nono sono un’onda? Ma è ovvio che sono un’onda! Ho la mia cresta, vedi? E qui c’è la mia schiuma, per piccola che possa essere. Cosa intendi con - non sei un’onda?”

“Questa cosa che tu chiami ‘onda’ è unicamente una forma transitoria che tu assumi per un breve tempo. In realtà tu sei solo acqua! Quando capirai pienamente che questa è la tua natura fondamentale, non penserai più di essere un’onda e non sarai più infelice.”

“Se io sono acqua, tu cosa sei?”

“Anche io sono acqua. Sto temporaneamente assumendo la forma di un’onda più grande di te, ma questo non cambia la mia essenza fondamentale – acqua! Io sono te e tu sei me. Noi siamo parte di qualcosa di più grande.” 


consiglio di lettura:
Il Tao del Destino
l'Antico approccio orientale per accogliere e sperimentare il successo nella nostra vita
Voto medio su 1 recensioni: Da non perdere

sabato 7 febbraio 2015

L'arte di correre di Murakami Haruki



Tratto da "L'arte Di Correre" (Murakami Haruki)

Il desiderio di solitudine è sempre esistito dentro di me. Quindi correre un’ora al giorno, e garantire così un intervallo di silenzio tutto mio, è indispensabile alla mia salute mentale. Per lo meno durante quel lasso di tempo non ho bisogno di parlare con nessuno, di ascoltare nessuno. Basta che contempli il paesaggio, sia quello esterno che quello mio interiore. Questo momento di solitudine è per me più prezioso di qualsiasi altra cosa. Ogni tanto qualcuno mi chiede a cosa penso mentre corro. Se devo essere sincero, non me lo ricordo nemmeno io..quando corro semplicemente corro. In teoria nel vuoto. O viceversa, è anche possibile che io corra per raggiungere il vuoto . in quella sospensione spazio- temporale, pensieri ogni volta differenti si instaurano naturalmente nel mio cervello. Il nostro spirito non è abbastanza forte per concepire il nulla, e inoltre non è coerente. Insomma, i pensieri che si avvicendano nella mia mente mentre corro sono semplicemente dei derivati dal nulla, tutto lì. Si formano ruotando intorno al nulla. Somigliano alle nuvole che vagano nel cielo. Nuvole di grandezza e forme diverse che arrivano, e se ne vanno, Semplici ospiti di passaggio . Ciò che resta è soltanto il cielo, che è sempre lo stesso. Che è qualcosa che esiste, ma al tempo stesso non esiste. Che ha una sostanza e al tempo stesso non ne ha. Noi non possiamo fare altro che constatare la situazione - l’esistenza di quell’immenso contenitore- e accettarla.