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lunedì 14 ottobre 2024

Quanto tempo occorre per raggiungere l'illuminazione?

RACCONTO ZEN

Un giovane allievo, che bramava l'illuminazione, fece visita ad un famoso maestro zen  e gli chiese:

<<Maestro, quanto tempo occorre affinché io possa raggiungere l'illuminazione?>>

<<Dieci anni.>> rispose il maestro.

<<Così tanti?>> aggiunge il giovane allievo, <<speravo meno.>>

<<In effetti mi sono sbagliato.>> disse il maestro, <<occorrono venti anni.>>

<<Non capisco, maestro. Perché hai raddoppiato la cifra?>>

<<Non l'ho raddoppiata. Infatti, ora che ti ho conosciuto, sono convinto che nel tuo caso ne occorrano cinquanta.>>

Fonte: immagine https://pixabay.com/it/illustrations/generato-dallai-pietre-incenso-8658442/

domenica 20 dicembre 2020

RACCONTO ZEN: OBBEDIENZA


Le lezioni del maestro Bankei non erano frequentate solo dagli studenti di Zen ma anche da persone di ogni ceto e di ogni setta. Lui non citava i sutra né si dilungava in dissertazioni tradizionali. Al contrario, le parole gli uscivano direttamente dal cuore e raggiungevano il cuore di chi lo ascoltava.

Che lui avesse un pubblico tanto numeroso fece infuriare un prete della setta Nichiren, perché tutti i suoi seguaci lo avevano abbandonato per andare a sentire lo Zen. L'egocentrico prete Nichiren si recò al tempio, risoluto ad avere un contraddittorio con Bankei. 

<<Ehi, insegnante di Zen!>> gridò. <<Aspetta un momento. Chi ti rispetta obbedirà a quello che dici, ma un uomo come me non ti rispetta. Puoi convincermi ad obbedirti?>>.

<<Vieni qui accanto a me e te ne darò la prova.>> disse Bankei.

Con aria altera, il prete si fece largo in mezzo alla folla e si avvicinò all'insegnante.

Bankei sorrise. <<Vieni qui alla mia sinistra.>>

Il prete obbedì.

<<No,>> disse Bankei <<parleremo meglio se ti metti alla mia destra. Vieni da quest'altra parte.>>

Con aria sprezzante il prete passò dall'altra parte.

<<Come vedi,>> osservò Bankei <<tu mi stai obbedendo, e io trovo che sei veramente gentile. Ora siediti e ascolta.>>

Fonte: 101 Storie Zen



domenica 13 dicembre 2020

RACCONTO ZEN: AH SI'?


Il maestro di Zen Hakuin era decantato dai vicini per la purezza della sua vita.

Accanto a lui abitava una bella ragazza giapponese, i cui genitori avevano un negozio di alimentari. Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, i genitori scoprirono che era incinta.

La cosa mandò i genitori su tutte le furie. La ragazza non voleva confessare chi fosse l'uomo, ma quando non ne potè più di tutte quelle insistenze, finì col dire che era stato Hakuin.

I genitori furibondi andarono dal maestro.

<<Ah sì?>> disse lui come tutta risposta.

Quando il bambino nacque, lo portarono da Hakuin. Ormai lui aveva perso la reputazione, cosa che lo lasciava indifferente, ma si occupò del bambino con  grande sollecitudine. Si procurava dai vicini il latte e tutto quello che occorreva per il piccolo.

Dopo un anno la ragazza madre non resistette più. Disse ai genitori la verità: il vero padre del bambino era un giovanotto che lavorava al mercato del pesce.

La madre e il padre della ragazza andarono subito da Hakuin a chiedergli perdono, a fargli tutte le loro scuse e a riprendersi il bambino.

Hakuin non fece obiezioni. 

Nel cedere il bambino, tutto quello che disse fu: <<Ah sì?>>. 

Fonte: 101 Storie Zen



domenica 1 novembre 2020

RACCONTO ZEN: MUCCA


Un maestro zen s'imbatté in una casa abitata da una famiglia molto povera la cui unica fonte di sostentamento era una mucca che forniva loro il latte.
Il maestro, che viaggiava sempre in compagnia di un suo discepolo, ordinò a quest'ultimo di rubare la mucca.
Il discepolo trasalì ma ubbidì al maestro e, nella notte, portò via la mucca.
Dopo alcuni anni il maestro morì.
Un giorno il discepolo decise di tornare in quel luogo per avere notizie di quella famiglia di povera gente.
Giunto a destinazione vide campi coltivati, una stalla ed una bellissima casa con uno splendido giardino fiorito in cui tanti bambini correvano felici.
Il monaco era meravigliato e chiese al padre famiglia come avessero fatto a cambiare la loro situazione di vita.
Il padre rispose che, un tempo vivevano solo di stenti e del poco latte che forniva loro una vecchia mucca. Poi un giorno, la mucca era scomparsa e, da quel momento in poi, per sopravvivere  furono costretti a coltivare la terra e acquisire nuove abilità che, se la mucca non fosse scomparsa, non avrebbero mai sviluppato.


lunedì 2 febbraio 2015

Racconto zen: il ricco e il pescatore



Un uomo ricchissimo aveva un amico, maestro Zen, che per vivere faceva il pescatore. Un giorno, passeggiando di mattina sulla spiaggia, incontrò il pescatore che stava comodamente sdraiato a prendere il sole.

"Ma come, non vai a pescare oggi?" disse il ricco.

"Sono già uscito stamattina presto, e ho preso ciò che mi serviva per mantenere me e la mia famiglia", rispose il pescatore.

"Cosa fai del pesce che peschi?, chiese il ricco.

"Lo vendo al mercato del pesce, pagano abbastanza bene" disse il pescatore.

"Ma allora perché non sei ancora a pescare a quest'ora?"

"A che scopo?" disse il pescatore.

"Se peschi di più guadagnerai più denaro! " disse il ricco.

"A che scopo?"

"Potresti comprarti un'altra barca e raddoppiare la pesca"

"A che scopo?"

"Dopo un po’ di tempo potresti mettere su una flotta di pesca"

"A che scopo?"

"Con il denaro guadagnato potresti mettere su un’industria di trasformazione del pesce"

"A che scopo?"

"Ma insomma" disse il ricco, innervosito, "potresti guadagnare tanto denaro da permetterti di non lavorare più e di startene sdraiato al sole senza fare nulla!"

"Amico mio," rispose il pescatore, " ma io sono già sdraiato al sole senza fare nulla!"

consiglio di lettura:
Zen

sabato 20 marzo 2010

Racconto Zen: Partita a Scacchi

Un giovane si presentò ad un maestro zen e gli dichiarò: "Vorrei raggiungere la liberazione dalla sofferenza promessa dal Buddha. Ma non sono capace di lunghi sforzi e non sono in grado di meditare. Esiste una via che posso seguire?"
"Che cosa sai fare?" gli domandò il maestro. "Niente."
"Ma c'è qualcosa che ti piace fare?"
"Giocare a scacchi."
Il maestro fece portare una scacchiera e una spada. Poi chiamò un giovane monaco e disse: "Chi di voi due vincerà questa partita a scacchi raggiungerà la liberazione. Chi perderà sarà ucciso con questa spada. Accettate?
I due giovani acconsentirono e incominciarono a giocare. Sapendo che era una questione di vita o di morte, si concentrarono come non avevano mai fatto. A un certo punto il primo giovane si trovò in vantaggio e pensò che la vittoria era sicura. Guardò il suo avversario e si accorse che il maestro aveva sollevato la spada sulla sua testa. Allora ne ebbe compassione e compì un errore deliberato. Ora era lui che stava per perdere. Vide che il maestro aveva spostato la spada sulla sua testa... e chiuse gli occhi.
La spada si abbatté sulla scacchiera. "Non c'è né vincitore nè vinto" proclamò il maestro "e quindi non taglierò la testa a nessuno".
Poi aggiunse rivolto al primo giovane: "Due sole cose sono necessarie: la concentrazione e la compassione. E tu le hai sperimentate entrambe. Questa è la via che cerchi".