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Anni fa, in un libro di Osho, ho letto un interrogativo che forse rappresenta la domanda più importante di tutte: Se il reale è possibile e disponibile, perché continuare a sognare?
Oggi in pochissimi riescono a vedere la Realtà oggettiva delle cose, ognuno di noi vive la sua realtà, fatta di pensieri, ricordi, pregiudizi, timori, sentimenti positivi e negativi, siamo in balìa delle emozioni, nel bene e nel male.
Lottiamo come dei pazzi per raggiungere le vette della vita e crediamo che, una volta arrivati, potremmo avere accesso alla felicità, ma non è così.
Otteniamo il risultato sperato e in un primo momento siamo al settimo cielo, ben presto però torniamo alla normale routine e un nuovo desiderio nasce dentro di noi e il ciclo ricomincia: la nostra felicità è legata alla ricerca di continui desideri, di continue mete, siamo vittime di un ciclo infinito, fatichiamo tanto, troppo, per brevi momenti di gioia.
Se riuscissimo a VIVERE le nostre sensazioni, i nostri fallimenti, i nostri successi, le nostre delusioni, i nostri rimpianti e rimorsi senza essere schiavi di essi, se riuscissimo a non perdere la nostra stabilità, la nostra serenità, a non godere solo dei brevi istanti, soltanto allora potremmo accedere alla Verità, ad un angolo di pace, immutabile e separato dagli accadimenti esterni, non privo di sentimento ma anzi carico di energia come non mai.
I fatti negativi della vita accadono ma noi potremmo avere sempre accesso alla Quiete, che non è un qualcosa da creare, la Quiete è dentro di noi, è sempre stata dentro di noi, non si trova all’esterno, non ci ha mai abbandonato, bisogna solo farla riemergere, ridarle luce, quella stessa luce che noi le abbiamo negato puntando i riflettori altrove.
E’ possibile accedere alla vera Felicità o meglio alla Realtà ultima libera dalle illusioni e dalle paure create dalla mente? L’estasi suprema, l’orgasmo totale con l’universo di cui parlano i mistici come Osho, Tolle, il Buddha, Cristo, è possibile?
Questi personaggi sembrano gridare all’umanità intera di si, e molti altri mistici ne sono la prova.
Legare la nostra felicità ad una meta esterna vuol dire essere schiavi degli accadimenti e quindi della mente che li interpreta come positivi o negativi. Il cervello umano dovrebbe agevolare l’esistenza dell’individuo, aiutarlo nelle scelte, mai renderlo schiavo.
Ciò che conta non è tanto la meta ma il viaggio. Molti interpretano male quest’ultima frase, la associano a vivere la vita in attesa di una comprensione futura, in attesa di una serenità che arriverà: quelle persone non hanno capito nulla.
La felicità è gia qui e ora. Qualunque cosa ti sia accaduta la felicità prescinde da te, tu sei come una goccia del mare che si guarda continuamente intorno in cerca dell’oceano, ti senti separato da esso perché la mente ha un enorme potere su di te.
Il giorno in cui tu, goccia, capirai di essere Oceano ti sveglierai dal sonno e dalle illusioni in cui sei immerso e proverai la vera Felicità.
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