consiglio di lettura:
"Sei già libero"
Un giorno al maestro Seng-ts'an si presentò un giovane che dichiarò: "Vengo da te perché cerco la liberazione".
"Chi ti ha incatenato?" gli domandò il maestro.
"Nessuno."
"Allora, sei già libero".
"Chi ti ha incatenato?" gli domandò il maestro.
"Nessuno."
"Allora, sei già libero".
Lo stato di realizzazione passa attraverso una fase di conoscenza. Ma non si tratta di una conoscenza letterale, culturale, intellettualistica. È un sapere che non ha a che vedere con qualcosa in particolare, piuttosto che qualcos'altro: è essenzialmente - appunto - un realizzare. Quando si dice: "Ho realizzato che...": è come dire di averlo capito, ma non solo a un certo livello, bensì totalmente, integralmente, con tutto me stesso. L'ho realizzato, quindi non ne sono più separato, ma l'ho fatto completamente mio: è duplice la realizzazione. Cioè ciò che realizzo, realizza me stesso: questa conoscenza, questa gnosi, è anche una trasformazione. Ma la trasformazione avviene su un piano puramente relativo, soggettivo: non è qualcosa di pienamente reale, oggettivo. C'è e non c'è. Perché non c'è? Perché non si tratta di passare da un piano a un altro: soprattutto non è la costruzione di qualcosa, non è l'ottenimento di una novità. Per l'ennesima volta: non è un passare da un certo stato a un altro. È invece un accorgersi, un aprire gli occhi.
Realizzi ciò che è, ciò che già c'era. Di nuovo: è un accorgersi. La ricerca stessa di una liberazione è prodotta dal non-accorgersi. Appena realizzi la non opportunità di porti questo problema, realizzi anche il tuo stato originario di libertà. Pensavi di essere incatenato, ma era solo un tuo giudizio: ora hai fatto piazza pulita, le catene erano illusorie, e allora sei libero. Sei diventato libero: ma solo nel senso che è ora che l'hai realizzato; non che prima tu fossi meno libero. Semplicemente c'erano ostruzioni che ti impedivano di vederlo, di capirlo, di sentirlo: di realizzarlo. È per questo che non dice "Sei libero", ma "Sei già libero".
Ed è per lo stesso motivo che la meditazione è sia investigazione-conoscenza che realizzazione: non cambia nulla, non trasforma niente. Semplicemente: vede, si accorge, realizza. Realizza principalmente che quel 'chi' della frase "Chi ti ha incantenato?" è inesistente. Cercavi gli occhiali per la casa, ma erano semplicemente sulla tua testa!
Realizzi ciò che è, ciò che già c'era. Di nuovo: è un accorgersi. La ricerca stessa di una liberazione è prodotta dal non-accorgersi. Appena realizzi la non opportunità di porti questo problema, realizzi anche il tuo stato originario di libertà. Pensavi di essere incatenato, ma era solo un tuo giudizio: ora hai fatto piazza pulita, le catene erano illusorie, e allora sei libero. Sei diventato libero: ma solo nel senso che è ora che l'hai realizzato; non che prima tu fossi meno libero. Semplicemente c'erano ostruzioni che ti impedivano di vederlo, di capirlo, di sentirlo: di realizzarlo. È per questo che non dice "Sei libero", ma "Sei già libero".
Ed è per lo stesso motivo che la meditazione è sia investigazione-conoscenza che realizzazione: non cambia nulla, non trasforma niente. Semplicemente: vede, si accorge, realizza. Realizza principalmente che quel 'chi' della frase "Chi ti ha incantenato?" è inesistente. Cercavi gli occhiali per la casa, ma erano semplicemente sulla tua testa!
4 commenti:
Bella storia. proprio così, cerchiamo gli occhiali e li abbiamo in testa
grazie per la tua visita ,quando ci
alimentiamo alla fonte del nostro cuore avviene una cosa meravigliosa,
si comprende il vero AMO*RE.quando si
beve alla fonte della vita si puo´trasformare quell´io in un DIO.
un abbraccio dal CUO*RE.
"La ricerca stessa di una liberazione è prodotta dal non-accorgersi"...
L'attenzione di accorgersi di esseri (già)liberi.
Bellissima :-))
ciao
himma
Vorrei solo aggiungere: Lasciar fluire i pensieri... Un grazie a tutti per i preziosi commenti
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