sabato 31 gennaio 2015

Osho: la consapevolezza è uno specchio


È come se la consapevolezza fosse uno specchio. Davanti allo specchio c’è un bambino e lo specchio lo riflette; poi c’è un giovane uomo e lo specchio riflette il giovane uomo; poi c’è un vecchio davanti allo specchio e lo specchio riflette il vecchio. E quando tutti se ne sono andati resta semplicemente uno specchio che non riflette niente, se ne sta lì. La tua consapevolezza è uno specchio. Questa metafora dello specchio è tremendamente significativa. Vi sarà molto utile nel cammino se la comprendete bene. La consapevolezza rimane indietro a guardare. È un testimone. Le cose vanno e vengono… proprio come in un film. Sei seduto al cinema; sullo schermo vanno e vengono molte cose. Qualche volta ti identifichi anche. Qualche volta ti identifichi con un attore. Magari è bello, potente, ha charme, grazia e personalità, ti colpisce, ha del carisma: ti identifichi, ti dimentichi di te stesso. Per un attimo cominci a pensare di essere tu. Qualche volta accade che c’è una scena molto triste e tu cominci a piangere. I tuoi occhi si bagnano… e non c’è niente sullo schermo, solo luci e ombre di passaggio. E tu lo sai, ma per un attimo te ne sei dimenticato. E quando te lo ricordi cominci a ridere di te stesso: “Cosa stai facendo? Piangi?”. E succede anche mentre leggi un romanzo. Ma almeno sullo schermo c’è qualcosa. Leggendo un romanzo non c’è niente, niente schermo, niente attori, niente. Il romanzo va avanti solo nella tua fantasia. E improvvisamente a volte ti senti molto felice e qualche volta ti senti molto triste; l’atmosfera del romanzo comincia a impossessarsi di te. Questo è esattamente ciò che accade nella vita. La vita è un grande palcoscenico, un grande dramma. Ed è molto complesso, perché tu sei l’attore e sei il regista e sei il film e il proiettore e sei anche il pubblico. Sei fatto a strati: una parte gioca il ruolo dell’attore, un’altra fa il regista, un’altra funziona da schermo e un’altra fa da proiettore. E dietro a tutto ciò c’è la tua vera realtà, il testimone che osserva solamente. Questo osservatore… Quando cominci a sentire la sua esistenza, quando cominci ad abituartici, a essere in armonia con lui, allora cominci a vedere ciò che Buddha intende quando dice che la consapevolezza è uno specchio. Lo specchio non viene mai contaminato, sembra soltanto. Puoi mettere un mucchio di letame davanti allo specchio; naturalmente lo rifletterà, ma non per questo ne sarà contaminato, inquinato. Non diventerà impuro perché riflette un mucchio di concime o di letame. Rimane puro. Sposta il letame e lo specchio sarà lì in tutta la sua purezza. Anche mentre rifletteva il letame non ne era contaminato. Quindi qualsiasi cosa sia impura è solo un riflesso; qualcosa che viene specchiato. 
  Osho

Fonte:http://risvegliati.altervista.org/la-tua-consapevolezza-e-uno-specchio/


Consapevolezza
La chiave per vivere in armonia
Voto medio su 2 recensioni: Da non perdere

venerdì 30 gennaio 2015

Perchè Magalli sarebbe il miglior Presidente della Repubblica su Piazza...Italia

"Io come Reagan e Schwarzenegger. Non mi ritiro, so che mi voteranno" così risponde Giancarlo Magalli dinanzi ai giornalisti che lo interrogano sulla sua candidatura alla presidenza della Repubblica. La levatura (da terra) non sarà certamente la stessa di Reagan e Schwarzenegger ma la levatura morale certamente si e lo dimostra il flash mob organizzato dai suoi giovani sostenitori che hanno inneggiato al suo nome seppur senza l'accompagnamento musicale di Marcello Cirillo (ex componente del duo musicale Antonio e Marcello).
Giancarlo Magalli ha tutte le qualità per poter ricoprire in maniera egregia il ruolo di garante costituzionale, e non perchè sia scaltro come una volpe ma soprattutto perchè lavora con la Volpe (Adriana), pur tuttavia, una cerchia tutt'altro che ristretta di pseudo intellettuali, continuano a snobbare il candidato Magalli mentre tessono le lodi del giudice costituzionale Sergio Mattarella. Bisognorebbe invitare questi illustri signori, sempre pronti alla critica tout court, a rivolgere allo stesso Magalli una semplice domanda: " Lei cosa potrebbe offrire di più rispetto a Mattarella"? la sua risposta potrebbe essere di questo tenore: "mattarell...? aggiungo una pentola con acciaio spesso un centimetro e un tv color con sistema dolby surround. Allora che fate? scegliete i premi o la busta?" Queste sono le risposte che vi meritereste mentre sorseggiate il vostro Brunello di Montalcino davanti alla Corazzata Potemkin. 
I vantaggi di avere Magalli al Quirinale sarebbero molteplici, basti pensare che con lui finirebbe l'epoca dei messaggi che il Presidente può inviare alle Camere (i cosiddetti moniti presidenziali) e potremmo finalmente assistere ai monitor inviati alle camere.
Purtroppo, le motivazioni sopra espresse non frenano i detrattori di Magalli che insistono in particolar modo su una sua presunta incapacità a rappresentare gli interessi della nazione.
Vale la pena di ricordare a codeste personalità dal facile ed irrefrenabile giudizio che Magalli non solo riuscirebbe a tutelare le istanze di tutti ma, come ha già dimostrato da anni, riesce perfettamente a farsi anche i Fatti Vostri.

P.S. nonostante la satira sono un sincero ammiratore anche se non sono mai riuscito a prendere la linea.
  

domenica 11 gennaio 2015

Krishnamurti - Il pensatore e il pensiero

Quando vi osservate con molta attenzione, quando siete consapevoli senza scelta di ogni pensiero, di ogni sentimento, allora scoprite che c’è un pensatore e c’è il pensiero; che c’è un’entità che esperisce, un osservatore, e c’è l’esperienza, l’osservato. Questo è un fatto, non è così? C’è un censore, un’entità che giudica, valuta, pensa, osserva; e c’è la cosa che viene osservata. Perciò c’è un pensatore e c’è il pensiero, c’è una divisione fra il pensatore e il pensiero. Il pensatore cerca di dominare il pensiero, di cambiarlo, di modificarlo, di controllarlo, di forzarlo, cerca di imitare e così via. Questa divisione tra pensatore e pensiero crea conflitto perché il pensatore è sempre il censore, l’entità che giudica, che valuta. Tale entità è condizionata, perché nasce come reazione al pensiero, che è esso stesso una mera reazione di condizionamento, di memoria. Capite signori? Questa è una cosa molto semplice, che voi stessi potete scoprire.
Jiddu Krishnamurti


Consiglio di lettura:
Questa Luce in Se Stessi
La vera meditazione

sabato 10 gennaio 2015

Un onnivoro al ristorante vegano

INTERAMENTE TRATTO DAL RACCONTO DI UN LETTORE DEL BLOG, NON IMPORTA CONDIVIDERNE IL PENSIERO... E' TROPPO DIVERTENTE PER NON PUBBLICARLO!


Al ristorante vegano
...e una sera mi sono fatto convincere. Ok andiamo al ristorante vegano. Che poi che vuol dire vegano? Semplice, puoi mangiare TUTTO, tranne animali e loro derivati. In pratica NIENTE carne di nessun tipo, NIENTE pesce, NIENTE uova, latte (quindi NIENTE formaggi). Bene detta così non resta granchè: verdure...frutta...(ma anche pasta, pizza...a meno che tu non sia anche celiaco o ipersalutista e quindi NIENTE derivati dal grano). In pratica NON puoi mangiare TUTTO.
Lo so il mio è (era) un punto di vista ignorante. Limitato da anni di lasagne al ragù e maiale ripieno di altro maiale, non posso comprendere proprio la scelta di abbandonare la carne (poveri animali) per la più salutare verdura (che possa morire senza soffrire). Quindi prima di arrivare al ristorante mi ero preparato. Progetto: 
1) guardare il menù attentamente (facendo credere ai miei commensali che fossi interessato veramente a scegliere un piatto piuttosto che un altro)
2) chiedere informazioni al cameriere su un piatto (scelto in realtà guardando il prezzo)
3) fingere di essere soddisfatto della pietanza (mentre distrattamente avrei mandato un sms al mio paninaro di fiducia chiedendogli di farmi trovare il mio panino quadrupla porchetta già pronto)
4) niente dolce ("no ragazzi sono sazio") 
5) corsa folle verso il panino unto e pieno di maiale. 
Tutto filava liscio. In fondo "quanto può costare un piatto di verdure?" 
Ma il destino è crudele.
Arrivo al ristorante puntualissimo (il che già è strano...ma per portare a termine il progetto avevo bisogno di uscire presto dal ristorante di mangiaverdure), tavolo per quattro, ci sediamo e comincio a dare un'occhiata al menù. Menù piuttosto scarno: bevande, tisane, birre artigianali, vino, dolci e...e basta! Va beh questo sarà il classico menù "dolci e bevande" porteranno un altro menù. Ma i minuti passano, e passa a trovarci anche la cameriera (gentilissima) che ci chiede se abbiamo scelto. Ma scelto cosa? Ordiniamo da bere e restiamo a guardarci. "Si ora porta l'altro menù" oppure "No ora viene lei ci elenca a voce i piatti e scegliamo". Niente di tutto questo si avvera. Leggendo il nostro imbarazzo la cameriera con un sorriso enorme ci annuncia "tra dieci minuti si apre il buffet". Rumore di vetri infranti, il progetto si allontana, distrutto dalla parola buffet! I 5 punti diventano 5 coltellate. "Si, oggi è domenica, abbiamo il buffet all you can eat, a sedici euro compresi i dolci". 
Ah...ok...compresi i dolci. Cosaaaa? ALL you can eat vegano? Ma non è un controsenso? Come può essere ALL you can eat se non puoi mangiare ALL? Ma il mio problema principale al momento era il progetto-panino, andato a farsi benedire.
Non ho proferito parola per buoni 10 minuti, l'esatto tempo di attesa prima dell'apertura del buffet (altra cosa che odio...calca...gente che spinge...fretta nello scegliere). Dopodichè armato di buona volontà, svuotata la mente da ogni pensiero negativo (principalmente rivolto verso i miei cari amici che "dai ti piacerà il vegano, e al limite se non ti piace poi andiamo al mc") arrivo di fronte al buffet. 
E qui la mia tristezza è svanita.
Il buffet (che ho continuato ad odiare) era si affollato, ma molto ben presentato. Addirittura c'erano dei maki (ovviamente ripieni di verdure non di pesce), una pasta al ragù (ragù di aria credo...), varie pizze, sformati, frittate (senza uova!). E lì è partita la sfida con me stesso. Sedici euro...ALL you can eat...compresi i dolci. Ovviamente, da ignorante, davanti alla signorina che mi stava facendo il piatto, esordisco col classico "faccia lei, un po di TUTTO". Ebbene, mai scelta fu così azzeccata.
Ho preso "solo" due piatti (uno dei quali non sono riuscito a finire), ho fatto il bis di un paio di pietanze (...un certo sedano rapa a cotoletta e un gateau di patate con verdure dai nomi bislacchi e semi allucinogeni credo) e sono rimasto molto molto soddisfatto. In verità non so cosa siano la maggior parte delle cose che ho mangiato (seitan e tofu saranno personaggi di un manga giapponese) ma mi sono saziato. Ho preso pure il dolce per assaggiarlo (quello era orribile...ma nel complesso ci sta).
Alla fine non sono andato dal paninaro. Certo il giorno dopo per bilanciare ho usato il cotechino come contorno...ma devo ammettere che il vegano MI HA SODDISFATTO, e che l'opzione (all'inizio tragica) del buffet è ottima; puoi provare più cose (di cui non conosci manco l'esistenza e che altrimenti scambieresti per centrotavola) e non rischi di "sbagliare piatto".
Ci tornerò (pur continuando a non capire perchè mai si possa scegliere di mangiare così...ma de gustibus...)
Un ultima cosa (la più divertente forse). Non vi spaventate se, dopo un'abbondante cena vegana, al momento di andare in bagno la pipì assume colori alieni. Non vi siete ancora trasformati in HULK.
Renato

Il Vegano per Tutti - Libro
Alimentarsi con gusto e stare in forma senza cibi di origine animale

giovedì 8 gennaio 2015

Eckhart Tolle...vivi nel presente, qui e ora.

Ogni negatività è causata da un accumulo di tempo psicologico e dalla negazione del presente. Disagio, ansia, tensione, stress, preoccupazione (tutte forme di paura) sono causati da un eccesso di futuro e da un’insufficienza di presente. Senso di colpa, rimorso,risentimento, rancore, tristezza, amarezza e ogni forma di mancato perdono sono causati da un eccesso di passato e da una insufficienza di presente. In definitiva vi è un solo problema: la mente legata al tempo.
Eckhart Tolle

consiglio di lettura: 

Anton Vanligt... frasi

Perché a volte ci vuole il coraggio di essere davvero felici, di raccogliere un momento ordinario e trasformarlo in epico. Ci vuol coraggio a ridere di gusto di fronte a questa vita, ci vuole forza per scartare il negativo e portar dentro solo il meglio, conservare solo l'essenza della gioia. E quel coraggio ce l'abbiamo dentro, è tutta una questione di scelta! 
Anton Vanligt





Ci sono dei momenti in cui non fa bene pensare.

Più ci rifletti e più ti sembra Folle.

Più cerchi di trovare la via, e più ti appare come labirinto.
Più tenti di arrivare al nodo problematico, più i fili della ragione si aggrovigliano,
ti si attorcigliano intorno.
Sono quei momenti in cui devi fare una sola cosa: agire d'istinto.
Non pensarci più. Decidi, Agisci, Corri, Dillo, Fallo!


Anton Vanlight, da “Mai troppo folle”

mercoledì 7 gennaio 2015

Osho... amore

L'amore non deve avere un oggetto preciso. L'amore non deve essere indirizzato verso l'altro. L'amore orientato all'altro non è vero amore, l'amore inteso come relazione non è vero amore. L'amore come stato del tuo essere è vero amore. Si può amare una donna, si può amare un uomo, si possono amare i propri figli, si possono amare i propri genitori, si può amare una rosa, si possono amare altri fiori, si possono amare mille e una cosa, ma queste sono tutte relazioni. Impara ad essere amore! Così non è più una questione su chi indirizzi il tuo amore, è semplicemente una questione di essere in amore. Seduto da solo, l' amore continua a fluire. Assolutamente solo, fermo, che puoi fare? Proprio come quando respiri... non respiri per tua moglie; non è una relazione. Non respiri per i tuoi figli; non è una relazione. Semplicemente respiri! E' vita! Proprio come respirare è vita per il corpo, l'amore è vita per l'anima, uno è semplicemente amore! E solo allora uno capisce che amore è Dio.
Osho

consiglio di lettura:

Thich Nhat Hanh Consapevolezza

 
Sorridere a voi stessi è un atto molto gentile nei vostri confronti, perchè state soffrendo e quando soffrite avete bisogno di amore. Voi siete la prima persona che può offrirvelo, non aspettate che sia un'altra a farlo. La pratica della meditazione è la pratica del guardare in profondità nella natura delle cose. E quando sarete in grado di guardare nella natura delle cose otterrete la comprensione, che può liberarvi dalla vostra sofferenza. Nel buddhismo la liberazione avviene attraverso l'intuizione, non attraverso la grazia, e quell'intuizione non sarà possibile senza la pratica della meditazione e del guardare in profondità. Non perdete neanche un minuto delle vostre giornate, ogni minuto della vostra giornata può essere utilizzato per generare l'energia della presenza mentale:camminando, respirando, sedendo. Inspirate, godetevi il vostro respiro e dite:"Sono arrivato". Lo scopo è smettere di correre. Quando espirate dite:"Sono a casa", e la vostra casa comincerà a rivelarvisi. Dovrebbe esserci sempre al vostro interno una specie di dialogo permanente con voi stessi, così che possiate scoprire qual è il sentiero da percorrere. E, quando conoscerete il vostro sentiero, smetterete di soffrire. Quando fate qualcosa per far sentire un altro sollevato, improvvisamente vi sentite molto felice. Se non avete la possibilità di fare qualcosa per dar sollievo a qualcun altro ma desiderate essere in grado di farlo, già quella voglia vi renderà più felice. Chi non ha l'energia dell'amore, chi non ha nessuna voglia di amare, è perso, molto solo e molto infelice. Quando ero bambino, di tanto in tanto, avevo la febbre, soffrivo molto e il mio corpo era molto caldo. Quando mia madre mi veniva vicino e mi metteva la mano sulla fronte, mi sentivo meravigliosamente. Sentivo molto sollievo, soffrivo molto meno. Una volta cresciuto ne ho sentito molto la mancanza. Un giorno, mentre guardavo in profondità nella mia mano, vidi che la mano di mia madre era ancora a mia disposizione nella mia mano, che la mia mano è la continuazione della mano di mia madre. Con questa comprensione mi misi la mano sulla fronte, era esattamente la mano di mia madre, ho sentito immediatamente sollievo e ho sofferto molto meno. Affinchè nel nostro corpo e nella nostra anima possa avvenire una guarigione, dovremmo imparare a permettere sia al corpo sia alla coscienza di riposare. Nessuno sforzo dovrebbe essere fatto nè dal corpo nè dalla coscienza. Questo è shamatha, la pratica del fermare e calmare, ed è qualcosa che va imparato. La pratica di shamatha, fermare, è la pratica del non fare niente. Abbiamo per tanto tempo sacrificato il momento presente considerandolo solo un mezzo per ottenere le cose in futuro, ma questa è una tendenza da interrompere. Ognuno di noi sente ogni tanto di essere vittima di ingiustizie. Siamo sempre pronti a parlare con gli altri delle nostre sofferenze e di quante ingiustizie abbiamo ricevuto. Ma secondo gli insegnamenti del Buddha, potrete riparare a quell'ingiustizia soltanto dentro di voi, potete solo trascenderla, trasformandola. Non cercate di sopportare, non sopprimete la vostra sofferenza, praticate soltanto per far sì che il vostro cuore si espanda come il fiume e allora non dovrete sopportare niente, non ci sarà bisogno di soffrire. Questa è la vera pratica della pazienza. Nell'insegnamento buddhista la pazienza non è cercare di mandar giù l'ingiustizia o di sopportarla, ma di abbracciarla interamente con il nostro grande cuore. Il Buddha ha detto che quando si viene colpiti da una freccia si soffre molto, ma se una seconda freccia vi colpisce esattamente nello stesso punto della prima, soffrirete non il doppio, ma forse trenta quaranta volte di più. Siamo stati alberi, piante, erbe, minerali, scoiattoli, cervi, scimmie e animali unicellulari, e tutte queste generazioni di antenati sono presenti in ogni cellula del nostro corpo come in ogni cellula della nostra mente. Noi siamo la continuazione di questa corrente di vita. Quando cucinate un piatto particolare, qualcosa che avete imparato da vostra madre o da vostro padre, quel piatto che è stato trasmesso per generazioni e generazioni nella vostra famiglia, dovreste guardare la vostra mano e sorriderle, perchè quella è la mano di vostra madre e di vostra nonna. Tutte le persone che in passato hanno cucinato quel piatto ora lo stanno cucinando con voi. La psicologia occidentale ci aiuta a guarire e a rendere l'io più stabile e sano, ma è ancora intrappolata nell'idea di un sè separato e per questo, anche se può portare un po' di trasformazione, non può arrivare molto lontano. Il modo migliore per guarire è la pratica del non-sè. Praticare il non-sè vuol dire uscire dalla ristretta idea di sè e vedere l'intima relazione tra quello che è sè e quello che non è sè. E se guardiamo più da vicino vediamo che anche tra noi e la nuvola che fluttua nel cielo c'è un cordone ombelicale. Meditare significa questo, esercitarsi a guardare in modo tale da vedere la natura dell'interconnessione di ogni cosa e un giorno vi accorgerete che l'idea che ci siano un fuori e un dentro è solo un'idea. Vedrete che voi non siete i soli responsabili per quelle cose che in voi stessi non vi piacciono. La vostra società e i vostri genitori ne sono ugualmente responsabili. Vi hanno trasmesso questi semi perchè non hanno avuto la possibilità di riconoscerli e di trasformarli. Ora voi avete questa opportunità di riconoscerli e di imparare dei modi per trasformarli. Fate il voto di trasformarli per il vostro bene e per il bene dei vostri antenati, dei vostri genitori e della società, questo è il voto di un grande essere. La meditazione buddhista può addirittura aiutare a tornare alla vostra tradizione e alle vostre radici spirituali, a far pace con essa e aiutarla a rinnovarsi. Praticando la meditazione buddhista venite incoraggiati a non escludervi dalla vostra società e cultura, perchè una persona esclusa dalla propria cultura non può essere una persona felice. Ci sono persone che fanno cose cattive. Ci si sente meglio a essere arrabbiati con loro, ma chi sono loro? Chi sei tu? Su una nave di rifugiati ci fu un pirata che violentò una ragazzina. Quando il padre della ragazza provò a intervenire fu buttato a mare e affogò. Dopo aver subito la violenza, la ragazza era così piena di vergogna e di dolore per la morte del padre che si buttò a sua volta in mare e affogò. Ricordo quella mattina in cui lessi il rapporto su questa ragazzina: non feci colazione, andai nel bosco, praticai la meditazione. Sentivo di essere stato violentato anch'io e all'inizio ero molto arrabbiato. Quella notte, in meditazione, vidi me stesso nato in un villaggio di pescatori. Vidi me stesso nato in un famiglia di un povero pescatore. Mio padre si ubriacava ogni notte e ogni volta mi picchiava. Mia madre non sapeva nè leggere nè scrivere, non sapeva come tirar su un figlio e io diventavo un delinquente, che giocava nel villaggio con gli altri ragazzini delinquenti. Vedevo ragazzi vestiti con abiti bellissimi che andavano a scuola con le loro belle automobili e sentivo che non avrei mai potuto godere di una vita come quella. Ora sono pescatore anch'io. Ieri un pirata mi ha detto che i rifugiati spesso portano con sè dell'oro e se io andassi con lui anche solo per una volta sarei in grado di uscire da questa povertà e potrei vivere come gli altri. Per questo sono diventato un pirata e ho violentato la ragazzina. Nella mia meditazione ho visto il pirata. Se fossimo nati nella situazione di quel pirata, sia voi che io saremmo potuti diventare dei pirati. Quando fui capace di vedere tutto questo, la compassione cominciò a sgorgare dal mio cuore. Si può sparare loro addosso, d'accordo, ma non si risolve il problema.Ci sono cose migliori da fare per impedire loro che siano quello che sono adesso, ma questo è il lavoro dell'amore. Ma questo non significa permettere loro di continuare il crimine, la violenza o la distruzione, no. Io farei qualunque cosa per impedir loro di causare altro danno, ma questo non mi impedisce di amarli. Tu dici che la rabbia è una formidabile sorgente di energia, ma la rabbia ti impedisce di essere chiaro nella mente. La compassione è un altro tipo di energia. Spesso pensiamo che il male sia soltanto dall'altra parte, negli altri, dovremmo invece sapere che è dentro ognuno di noi. La nostra visione dovrebbe essere molto chiara per vedere che nelle persone ci sono semi negativi e semi positivi. Questo lavoro richiede una strategia. Sappiamo che solo l'amore, la compassione e la comprensione possono veramente portare un cambiamento, perchè l'odio non può essere eliminato dall'odio. Dunque, al tempo del Buddha, ce n'erano tanti di filosofi e insegnanti spirituali e molti di loro passavano il tempo a discutere e argomentare sulle quattro proposte: "Essere", "non essere", "nè essere, nè non essere", sia essere sia non-essere". Era molto pericoloso incontrare un gruppo di filosofi, incontrarne uno era già abbastanza pericoloso: il pericolo era di perdere tutto il tempo. Un giorno un giovane monaco, Aniruddha, mentre andava in giro per la questua, incontrò un gruppo di filosofi. Lo fermarono per la via e gli fecero molte domande:"Caro monaco, dicci, quando il Buddha morirà, continuerà a essere o non esisterà più, oppure nè esisterà nè non-esisterà, oppure sarà sia esistente sia non esistente?". Il monaco non seppe rispondere. Quando il monaco tornò al monastero, si presentò davanti a Buddha e gli raccontò tutta la storia. "Caro maestro, la prossima volta cosa dovrò fare perchè le mie affermazioni possano essere in accordo con il tuo insegnamento?". "Aniruddha, ricorda, quello che ho insegnato è solo la sofferenza e la via che porta fuori dalla sofferenza. Io non insegno questo tipo di speculazioni.Non abbiamo tempo da sprecare in queste speculazioni". C'è differenza tra fiore e floreità. Il fiore può morire, ma la floreità no. Anche se un fiore è diventato immondizia, sappiamo che potremo avere un fiore di nuovo.Un fiore può morire, ma la floreità rimane, è qualcosa che c'è sempre. La floreità non è una cosa, è la natura di una cosa. Se veniamo tagliati fuori dal rapporto con gli antenati ci ammaleremo, come un albero senza radici. Cartesio disse:"Penso dunque sono". Ma se qualcuno arrivasse e chiedesse:"Tu sei, ma sei cosa?", si rimarrebbe imbarazzati.Questa è una domanda molto difficile. "Chi sei tu?". A volte si deve praticare per anni e anni per essere in grado di sapere chi si è e per poter dire a un'altra persona chi siamo. Mettete da parte del tempo per voi stessi. State con la vostra presenza mentale, state con il vostro respiro, così ogni volta che la gioia si manifesta potrete dire: "Ah, questa è gioia". Ma sapete già che anche questa gioia è impermanente. Così non sarete troppo eccitati, perchè saprete che scomparirà presto. Ed è una cosa che dà forza poter sorridere alla vostra gioia e dire:"Cara gioia, io so che ci sei e che sei impermanente, e quando sparirai non sarò scombussolato. Tornerai di nuovo, lo so". E anche quando la tristezza si manifesterà direte:"Ciao, cara mia vecchia amica, il tuo nome è tristezza. Io so che anche tu sei impermanente. So che ogni tanto vuoi stare con me, va bene, ma so che svanirai e che ci rivedremo in futuro". Se saprete farlo, sarete forti, non sarete vittima della gioia e della tristezza. Nella nostra mente, nascere vuol dire che da niente improvvisamente diventiamo qualcosa. Questa nozione di nascita è una percezione sbagliata.Chiediamoci se il foglio era stato già qualcosa prima di nascere. Guardando profondamente nel foglio di carta possiamo vedere l'esistenza degli alberi e delle foreste; possiamo vedere il sole, la pioggia, la terra e ogni cosa, tutte in questo foglio di carta. Prima di nascere come foglio di carta era già stato un albero, una nuvola e il sole splendente. E quel momento che crediamo sia stato la nascita in realtà è soltanto un momento di continuazione. Abbiamo la nozione di essere e di non-essere.Prima della manifestazione la definiamo come "non-essere", durante la manifestazione la definiamo come "essere" e dopo la cessazione della manifestazione la ridefiniamo "non essere". Il Buddha ci direbbe che la realtà va al di là dell'idea di uguale e diverso. Per questo, negli insegnamenti del Buddha "essere o non essere, non è questo il problema". Lavoiser, non aveva studiato il buddhismo, ma ha detto:" Niente nasce, niente muore". Se guardiamo in profondità nella nostra vera natura scopriremo che quella natura è la natura "della non nascita e della non morte", "del non andare, non venire". Se sarete capaci di toccare questa vostra vera natura, sarete liberi dalla paura e da ogni tipo di afflizione. Dovete servire il mondo con la vostra presenza, dovete offrire al mondo la vostra presenza autentica, essere in pace, essere solidi, essere compassionevoli, essere comprensivi. Queste qualità possono essere coltivate dalla vostra pratica quotidiana. E' importante essere aperti. Godetevi la trasformazione e la guarigione, ma non pensate di aver imparato abbastanza. Siate aperti, così imparerete di più, e quello che avete imparato non diventerà un ostacolo. Chiamate il vostro nome e sorridete al lui o alla lei che siete. E' molto importante. E' qualcuno che avete trascurato molto e che ha sofferto abbastanza. Ora ha bisogno della vostra attenzione, della vostra consapevolezza, del vostro abbraccio consapevole. Dovreste richiamare il vostro nome alla vostra mente con molto amore e compassione. Il compito più urgente per tutti è quello di ritornare alle radici spirituali della propria tradizione, cercando e ristabilendo i valori e le comprensioni profonde comuni. Quando un albero in giardino muore, ci si può scordare di tutti gli altri che sono ancora vivi, si può lasciare che la sofferenza ci domini e improvvisamente perdere tutto. Succede molto spesso che cerchiamo programmi televisivi, storie, conversazioni, o anche cibo, cerchiamo insomma qualcosa per coprire la nostra sofferenza. Ma la vera soluzione non è il divertimento. Dovremmo cercare un significato per la nostra vita, dovremmo essere in grado di sviluppare in noi l'amore, la comprensione e la compassione. Sono questi gli elementi che nutrono e guariscono le persone. Quello che ho imparato dall'insegnamento e dalla pratica è che l'amore è impossibile senza la comprensione. Ci vuole tempo per guardare e per poter comprendere. Il vero amore contiene l'elemento della gentilezza amorevole, che è la capacità di offrire felicità. Per rendere felice una persona bisogna esserci. Si dovrebbe imparare a guardarla, a parlarle. Rendere un'altra persona felice è un'arte che si impara. Il secondo elemento che compone il vero amore è la compassione, la capacità di togliere il dolore, di trasformarlo nella persona che amiamo. Anche in questo caso bisogna praticare il guardare in profondità per riuscire a vedere che tipo di sofferenza ha in sè quella persona. Spesso avviene che l'altra persona, compresa e sostenuta, sarà in grado di affrontare più facilmente le difficoltà della sua vita, perchè sentirà che siete dalla sua parte. Il terzo elemento è la gioia. Il vero amore vi deve portare gioia e felicità, non sofferenza giorno dopo giorno. Il quarto e ultimo elemento è la libertà. Se amando sentite di perdere la vostra libertà, di non avere più spazio per muovervi, quello non è vero amore.
FONTE:
TRATTO INTERAMENTE DA http://www.percorsiinteriori.it/spiritualita/Thich_Nhat_Hanh.htm Dai Discorsi di Thich Nhat Hanh

  Consiglio di lettura:

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Se ti è piaciuto questo post ti consigliamo di leggere: The Zone: Oltre il velo. Un libro giallo che, pur rimanendo tale, tratta indirettamente dell'esperienza nel qui e ora, in maniera - secondo noi - più appassionante di tanti altri testi specifici sul tema.

martedì 6 gennaio 2015

Come essere felici in 10 mosse


Essere felici utopia o realtà? La vera felicità è raggiungibile o è possibile soltanto godere di brevi momenti di euforia o serenità? Il piacere è una forma di felicità o mera eccitazione legata al momento?

Dopo millenni di introspezione, di dubbi filosofici, di realizzazioni mistiche, di dettami religiosi, ecco finalmente svelati i 10 punti per essere felici:

1. Impara ad amare te stesso a meno che "te stesso" non sia uno stronzo. 

2. Perdona i tuoi nemici e scegli un momento simbolico (andra' benissimo per le calende greche).

3. Cerca un lavoro appagante solo dopo aver trovato un datore di lavoro pagante.

4. Porgi l'altra guancia e tanti auguri (non fare l'asociale a capodanno).

5. Non guardare la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello se sei figlio unico.

6. Sii grato per quello che hai e addormentati sereno davanti al tuo tv lcd da 52 pollici con sistema dolby surround.


7. Produci qualcosa ogni giorno (e' una brutta bestia la stitichezza).




8. Affronta i problemi come delle sfighe personali.


9. Se il lavoro va male medita (medita di trasferirti all'estero).


10. Date un significato alla vita: indossate una bella cintura di cuoio.