martedì 13 luglio 2010

CONTRO LA PAURA BUTTATI NELLA DIREZIONE DELLA GIOIA...Osho

<< Sono tanto colmo di gioia – e allo stesso tempo colmo di paura. >>

Osho risponde:
Metti tutta la tua energia nella gioia, e la paura scomparirà. Ignora la paura, non prestarle alcuna attenzione, perché più le dai attenzione e più a lungo tenderà a permanere. Buttati completamente nella direzione da cui nasce la gioia, e la paura scomparirà proprio come l’oscurità scompare quando fai luce.
La gioia è luce. Ed è l’inizio di un grande pellegrinaggio che termina con la scoperta di Dio. Quindi vai pure avanti – senza alcuna paura, perché l’esistenza protegge sempre coloro che si fidano di lei. Rilassati, dona te stesso all’esistenza e lascia che la gioia ti travolga. Lascia che crei per te le ali per raggiungere le stelle.
Un cuore colmo di gioia è vicinissimo alle stelle.
Solo chi è triste e avvilito e infelice va all’inferno: sta creando il proprio inferno. Chi è gioioso, chi canta e danza e celebra sta creando il suo paradiso con ognuna delle sue canzoni, con ognuna delle sue danze.
Dipende da te creare un paradiso o cadere nell’oscurità, nel fuoco dell’inferno. Queste due cose non sono al di fuori di te; sono entrambe al tuo interno. Dipende tutto da cosa scegli di essere.
Scegli di essere divino, scegli di celebrare sempre di più, scegli di far festa, in modo che nel tuo essere sboccino sempre più fiori, e tu possa godere sempre più della loro fragranza.
Osho
Fonte: http://www.cleopa.it/2010/01/17/scegli-di-essere-divino-di-osho/


OSHO: UMILTA' E TIMIDEZZA



Osho, qual è la differenza tra essere umile, essere timido e nascondersi per paura?
La differenza tra essere umile, essere timido e nascondersi per paura è grandissima.
Ma l’inconsapevolezza umana è tale che nessuno riesce a fare distinzioni tra le proprie azioni e il modo in cui interagisce con la realtà; la differenza, altrimenti, sarebbe così chiara che persino fare questa domanda non avrebbe senso.
Prima di tutto devi considerare più attentamente la parola ‘umile’. Tutte le religioni le hanno dato una connotazione sbagliata: per umile intendono solo l’opposto di egoista. Non è così. Persino l’esatto opposto dell’ego sarà ancora ego, solo nascosto dietro una facciata.
Questo si vede ogni tanto nella cosiddetta persona umile: pensa di essere più umile di chiunque altro… e quello è l’ego. L’umiltà non conosce questo tipo di linguaggio.
Per avidità, – a causa di una tremenda avidità di entrare in paradiso e godersi tutti i suoi piaceri, – un uomo è capace di reprimere il suo ego e diventare umile.
Prima che possa dirti cos’è la vera umiltà, devi comprendere quella falsa.
Se non comprendi la falsa umiltà, è impossibile definire quella vera. In realtà, quando comprendi quella falsa, la vera umiltà sorge spontaneamente nella tua visione.
La falsa umiltà è solo ego represso, che finge di essere umile ma desidera comunque essere superiore. La vera umiltà non ha nulla a che fare con l’ego: è assenza dell’ego. Non vuole essere superiore a nessuno.
È pura e semplice comprensione del fatto che nessuno è superiore, e nessuno è inferiore; le persone sono solo se stesse, uniche in modo incomparabile. Non puoi paragonarle e trovarle superiori o inferiori. Quindi la persona veramente umile è molto difficile da comprendere, perché non sarà umile nel modo in cui lo intendi tu.
Hai conosciuto centinaia di persone umili, ma erano tutti egoisti, e tu non sei in grado di riconoscere il loro ego represso.
La vera umiltà è semplicemente assenza dell’ego. Vuol dire abbandonare interamente la personalità – tutte le ‘decorazioni’ accumulate intorno a te – ed essere simile a un bambino che non sa chi è, che non sa nulla del mondo.
Ha occhi che vedono con chiarezza; può vedere il verde degli alberi con più lucidità di come lo vedi tu. I tuoi occhi sono pieni di quella polvere che chiami conoscenza, sapere.
Per quale motivo hai accumulato questa polvere che ti sta rendendo cieco? Perché il sapere dà enorme energia al tuo ego. Tu sai, e gli altri no.
La persona umile non sa nulla. Ha percorso il cerchio completo fino a tornare all’innocenza dell’infanzia.
È colmo di meraviglia. Vede misteri dappertutto.
Raccoglie sassi e conchiglie sulla spiaggia e se ne rallegra come se avesse trovato diamanti e smeraldi e rubini.
I bambini hanno una enorme chiarezza. In quella chiarezza, in quella trasparenza, in quella prospettiva il mondo appare come un miracolo. La persona umile ritorna a questa esistenza miracolosa.
Noi la diamo per scontata, ma non siamo in grado di capire come dallo stesso terreno nascano il fiore di loto, e la rosa, e milioni di altri fiori.
La terra non ha colori; e allora da dove arrivano tutti quei colori meravigliosi? La terra è rozza; da dove vengono le rose vellutate?
La terra non è verde; da dove arrivano tutti gli alberi verdi?
La persona umile è come se fosse di nuovo un bambino. Non ha pretese, ma solo gratitudine, gratitudine per ogni cosa; è persino grata per cose di cui tu non puoi nemmeno immaginare si possa essere grati.
Una persona umile vive una vita di gratitudine senza condizioni; non è solo grata a dio, ma anche agli esseri umani, agli alberi, alle stelle, a tutto.
Essere timidi è un’altra espressione dell’ego, anche se è stato trasformato quasi in un ornamento.
Una persona timida, specie una donna in Oriente, viene considerata particolarmente aggraziata proprio perché è timida; ma queste donne sono timide solo perché la cosa viene molto apprezzata.
In Occidente piano piano questa timidezza sta scomparendo nelle donne, perché non viene più considerata di qualche valore. È solo il segnale di una tradizione di schiavitù.
La donna moderna in Occidente se ne è liberata perché era anche una catena, un legame, che deve essere spezzata se la donna vuole essere libera.
Quali sono i momenti in cui inizi a sentirti timido?
Sono i momenti in cui qualcuno ti loda, i momenti in cui qualcuno ti dice: ‘Sei così bella!’ – e sai che non è vero, che non ci sono in giro così tante persone belle. Ma quasi tutti incontrano qualche idiota che dirà loro: ‘Sei così bella!’
E proprio allora sorge la timidezza perché sai che non è vero, ma soddisfa talmente il tuo ego!
Puoi provare, puoi dire a un donna molto brutta, o a un uomo brutto: ‘Mio dio! Il mondo non ha mai visto qualcuno come te.
Sei così bella che persino Cleopatra non è niente al tuo confronto’.
Persino la donna più brutta non sarà capace di negarlo. Anzi ti dirà: ‘Sei la sola persona che dimostra di avere buon gusto…’
La persona priva di ego non si sente mai timida. Se dici qualcosa di falso su di lei, lei stessa lo confuterà. Vuole mostrarsi in tutta la sua autenticità.
E l’ultima cosa: ‘nascondersi per paura’. Sono tutte diverse espressioni dell’ego: una falsa umiltà, l’essere timidi – sapendo perfettamente che ciò che viene detto non è vero – e la terza, il nascondersi per paura.
Tranne l’ego, non c’è elemento in te che possa provare paura, perché l’ego è l’unica cosa falsa e destinata a morire.
Il tuo corpo non scomparirà – semplicemente si dissolverà nei suoi elementi di base – né morirà la consapevolezza.
Continuerà il suo viaggio verso livelli e forme più alti di espressione, o si dissolverà infine nella consapevolezza universale.
Ma quella non è morte. È diventare più grandi, più vasti… infiniti ed eterni.
Non è una perdita. L’unica cosa che morirà, ed è morta tutte le volte in cui sei morto – il corpo torna ai suoi elementi materiali, la consapevolezza va nella consapevolezza universale o in una nuova forma di consapevolezza – l’unica cosa che muore più e più volte è l’ego.
Ecco perché l’ego è la causa fondamentale di tutta la paura che c’è in te.
Un uomo privo di ego è anche privo di paure.
Per quanto ti riguarda si tratta solo di una distinzione intellettuale. Non così per me: è la mia esperienza.
Il giorno in cui il mio ego è scomparso, ho scoperto un tipo completamente diverso di umiltà. Ho scoperto che non c’è nessun motivo per essere timidi, e non mi sono mai nascosto per paura.
Questa può diventare anche la tua esperienza: a meno che non diventi un’esperienza, la sola comprensione intellettuale non serve. La meditazione è un aiuto a liberarti dall’ego, e allora tutte e tre queste cose scompariranno.
Ma se ti trovi in uno stato di inconsapevolezza, sarà molto difficile distinguere tra l’umiltà autentica e quella finta.
Un uomo mi ha detto: ‘Non solo non so cosa mi porterà il domani, ma non sono ancora del tutto sicuro di ciò che mi è successo ieri’.
Viviamo tutti come sonnambuli, camminiamo nel sonno. La nostra consapevolezza è un fenomeno così superficiale, e la nostra inconsapevolezza è profondissima…
Le nostre azioni nascono tutte dall’inconscio; le nostre decisioni nascono dalla mente cosciente. Ecco perché azioni e decisioni non vanno mai di pari passo.
Dici qualcosa ma poi fai qualcos’altro, perché dentro di te sei completamente diviso.
Chi agisce è la parte inconscia, mentre la mente cosciente è così piccola che riesce solo a produrre parole. Per quanto riguarda l’azione e lo stile di vita, essi provengono dall’inconscio.
È vastissimo – la tua eredità di milioni di anni di evoluzione umana – e straordinariamente potente.
Ricorda che se sei in balia dell’inconscio, non c’è alcuna possibilità di vedere le cose esattamente come sono. Tranne che con la meditazione, non c’è altro modo di portar luce nell’oscurità inconscia del tuo essere.
Man mano che la meditazione progredisce, cresce la consapevolezza, e diminuisce l’inconsapevolezza.
Al livello più alto la consapevolezza è totale e l’inconsapevolezza è completamente scomparsa.
Quello è il momento in cui le tue parole, la tua vita e il tuo essere hanno lo stesso significato, sono in sintonia: non c’è frattura, divisione o antagonismo.
Sarà bene che non ti limiti a una curiosità intellettuale riguardo alle distinzioni tra le cose.
Vai più in profondità nella tua meditazione, e poi la risposta nascerà dentro di te. Solo una risposta che è tua, può renderti veramente saggio.
tratto da:
Osho
Per rimanere in tema consigliamo di leggere:





Se ti è piaciuto questo post ti consigliamo anche:

The Zone: Oltre il velo. Un libro giallo che, pur rimanendo tale, tratta indirettamente dell'esperienza nel qui e ora, in maniera - secondo noi - più appassionante di tanti altri testi specifici sul tema.

lunedì 12 luglio 2010

NON CERCARE NULLA...Osho


Senza cercare nulla
Chiudi gli occhi e guarda dentro, con lo stesso sguardo assente, senza cercare nulla.
I pensieri fluiscono, ma tu li cerchi e non li osservi: ti limiti a guardare.
Se vengono, va bene; se non vengono, va bene ugualmente.
Allora sei in grado di cogliere gli intervalli: un pensiero se va,
un altro e' in arrivo, e, fra uno e l'atro, un intervallo.
Poi vedrai che a poco a poco, il pensiero diviene trasparente:
allora, anche mentre un pensiero sta passando di fronte a te,
continui a essere cosciente dell'ìntervallo;
continui a vedere il cielo che si nasconde dietro la nuvola.
(Osho)

mercoledì 7 luglio 2010

COME FATE A DIRE CHE SIA UNA SFORTUNA? Osho

OSHO LIBRI:
In un villaggio viveva un vecchio molto povero, ma perfino i re erano gelosi di lui perché aveva un bellissimo cavallo bianco; non si era mai visto un cavallo di una simile bellezza, una forza, una maestosità… i re offrivano prezzi favolosi per quel cavallo, ma l’uomo diceva a tutti: “Questo cavallo non è un animale per me, è come una persona. E come si può vendere una persona, un amico?”. L’uomo era povero, la tentazione era forte, ma non volle mai vendere quel cavallo.
Un mattino scoprì che il cavallo non era più nella stalla. L’intero villaggio accorse e tutti dissero: “Vecchio sciocco! Lo sapevamo che un giorno o l’altro ti avrebbero rubato il cavallo. Sarebbe stato molto meglio venderlo. Potevi ottenere il prezzo che volevi. E adesso il cavallo non c’è più, che disgrazia!”.
Il vecchio disse: “Non correte troppo! Dite semplicemente che il cavallo non è più nella stalla. Il fatto è tutto qui: il resto è solo giudizio. Se sia una disgrazia o meno non lo so, perché questo è solo un frammento. Chissà cosa succederà in seguito?”. Ma la gente rideva, avevano sempre saputo che era un po’ matto.
Dopo quindici giorni, una notte, all’improvviso il cavallo ritornò. Non era stato rubato, era semplicemente fuggito, era andato nelle praterie. Ora non solo era ritornato, ma aveva portato con sé una dozzina di cavalli selvaggi.
La gente di nuovo accorse e disse: “Vecchio, avevi ragione tu! Quella non era una disgrazia. In effetti si è rivelata una fortuna”.
Il vecchio disse: “Di nuovo state correndo troppo. Dite semplicemente che il cavallo è tornato, portando con sé una dozzina di altri cavalli… chissà se è una fortuna oppure no? È solo un frammento. Fino a quando non si conosce tutta la storia, come si fa a dirlo? Voi leggete solo una parola in un’intera frase: come potete giudicare tutto il libro?”.
Questa volta la gente non poteva dire nulla, magari il vecchio aveva ragione di nuovo. Non parlavano, ma nell’intimo sapevano bene che il vecchio aveva torto: dodici bellissimi cavalli, bastava domarli e poi si potevano vendere per una bella somma.
Il vecchio aveva un unico figlio, un giovane che iniziò a domare i cavalli selvaggi. E dopo una sola settimana, cadde da cavallo e si ruppe le gambe. Di nuovo la gente accorse, dicendo: “Hai dimostrato un’altra volta di avere ragione! Non era una fortuna, ma una disgrazia. Il tuo unico figlio ha perso l’uso delle gambe, ed era l’unico sostegno della tua vecchiaia. Ora sei più povero che mai”.
Il vecchio disse: “Sempre a dare giudizi, è un’ossessione. Non correte troppo. Dite solo che mio figlio si è rotto le gambe. Chissà se è una disgrazia o una fortuna?… non lo sa nessuno. È ancora un frammento, non ne sappiamo mai di più…”.
Accadde che qualche settimana dopo il paese entrò in guerra, e tutti i giovani del villaggio furono reclutati a forza. Solo il figlio del vecchio fu lasciato a casa perché era uno storpio. La gente piangeva e si lamentava, da ogni casa tutti i giovani erano stati arruolati a forza, e tutti sapevano che la maggior parte non sarebbe mai più tornata, perché era una guerra persa in partenza, i nemici erano troppo potenti.
Di nuovo, gli abitanti del villaggio andarono dal vecchio e gli dissero: “Avevi ragione, vecchio: la tua è stata una fortuna. Forse tuo figlio rimarrà uno storpio, ma almeno è ancora con te. I nostri figli se ne sono andati, per sempre. Almeno lui è ancora vivo, a poco a poco ricomincerà a camminare, magari solo zoppicando un po’…”.
Il vecchio, di nuovo, disse: “Continuate sempre a giudicare. Dite solo che i vostri figli sono stati obbligati a partire per la guerra, e mio figlio no. Chi lo sa… se è una fortuna o una disgrazia. Nessuno lo può sapere veramente. Solo dio lo sa, solo la totalità lo può sapere”.
Non giudicare, altrimenti non sarai mai unito alla totalità. Sarai ossessionato dai frammenti, vorrai trarre delle conclusioni basandoti solo su dei particolari. Una volta che hai espresso un giudizio, hai smesso di crescere. Di fatto, il viaggio non finisce mai. Un sentiero finisce, e ne inizia un altro. Una porta si chiude, e un’altra se ne apre…
tratto da:Osho, Until You Die # 2
Fonte: tratto dall'ottimo sito
http://www.fiumesilente.com/forums/nuova-energia/non-si-pu%C3%B2-mai-direosho-meraviglioso-racconto-sul-non-giudicare

 

sabato 3 luglio 2010

RACCONTO ZEN...il sacerdote e il maestro



Un sacerdote incontrò un giorno un maestro zen e, volendo metterlo in imbarazzo, gli domandò: "Senza parole e senza silenzio, sai dirmi che cos'è la realtà?"

Il maestro gli diede un pugno in faccia.




Libri Zen:
Zen

venerdì 2 luglio 2010

CITAZIONI OSHO

Non sono mai stato una persona seria... Non sono affatto serio perchè l'esistenza non è seria. E' cosi' giocosa, cosi' ricca di canti, cosi' ricca di musica e cosi' ricca di un sottile umorismo. Non ha scopo, non è questione di affari. E' solo danza, pura gioia che nasce dal traboccare dell'energia.


Credo nell'esistenza e ho assoluta fiducia in essa. Se c'è verità in quello che dico, sopravviverà. Coloro che continueranno ad essere interessati al mio lavoro, semplicemente ne porteranno la torcia, senza imporre nulla ad alcuno, ne con la spada ne con la falsa carità. Continuerà ad essere una fonte di ispirazione per la mia gente, e questo è ciò che la maggior parte dei miei sannyasin sentirà. Io voglio che coltivino per conto loro qualità come l'amore, la consapevolezza, attorno alle quali non si può creare nessuna chiesa; qualità che non sono monopolio di nessuno, come la celebrazione, la gioia, il mantenere gli occhi innocenti di un bambino. Voglio che le persone conoscano se stesse, senza seguire nessun altro. E la via è dentro di sè


Come mai mi contraddico? Non sono qui per insegnarti una filosofia. Un filosofo deve essere molto coerente, dev'essere perfetto, logico , razionale, sempre pronto a discutere e a provare le sue affermazioni. Io non sono un filosofo. Non sono qui per darti un dogma coerente a cui ti possa attaccare. Tutto il mio lavoro è darti una nonmente.

Non sono qui per soddisfare le tue aspettative. Se lo facessi , non sarei mai in grado di trasformarti. Sono qui per distruggere tutte le tue aspettative, sono qui per scioccarti, la mente si fermerà. Non riuscirai piu' a comprendere cosa accade...e quello è proprio il punto in cui qualcosa di nuovo puo' penetrare dentro di te.

Non ho alcun insegnamento, dottrina o disciplina da darti. Tutto il mio lavoro tende a svegliarti. Non è un insegnamento, è solo acqua fredda che ti viene buttata negli occhi. Quando ti sveglierai, non scoprirai di essere uguale a me, una mia fotocopia. Sarai te stesso, ne cristiano, ne hindu, ne musulmano...un fiore unico.

Non sono qui per darti un dogma; un dogma ti fa sentire sicuro. Non sono qui per darti una qualsiasi promessa per il futuro; ogni promessa ti dà sicurezza. Sono qui solo per renderti vigile e consapevole, ciò per farti essere qui e ora, con tutte le incertezze e le insicurezze di cui è fatta la vita, con tutti i pericoli.


Fonte: http://www.osho-great.it/osho.html

SVEGLIATI!




Una delle cose più importanti da capire, per ciò che riguarda l’essere umano, è questa: egli è addormentato. Anche quando crede di essere sveglio, non lo è. La sua attenzione, il suo stato di veglia, sono molto fragili; la sua presenza cosciente è così superficiale da non avere alcun valore. Il suo essere sveglio è solo una bella parola, assolutamente vuota di significato.

Voi dormite di notte e dormite di giorno: dalla nascita alla morte continuate a cambiare modalità di sonno, ma di fatto non vi svegliate mai. Non siate così sciocchi da credere che solo aprendo gli occhi siete svegli. Se non si apriranno i vostri occhi interiori, se il vostro intimo non si riempirà di luce, se non riuscite a vedere il vostro essere, chi siete, non crediate di essere svegli.

Questa è la più grande illusione in cui l’uomo vive. E una volta accettata l’idea che sei già sveglio, non si pone il problema di fare uno sforzo per svegliarsi.

Come prima cosa, devi far penetrare in profondità nel tuo cuore l’idea che stai dormendo, che sei addormentato, sei assolutamente addormentato. Tu sogni in continuazione. A volte sogni a occhi aperti e altre volte a occhi chiusi, ma sogni sempre e comunque: tu sei un sogno. Non sei ancora una realtà.

Naturalmente, qualunque cosa tu faccia in un sogno, è priva di significato. Qualunque cosa pensi, non ha alcun senso; qualunque cosa progetti, rimane parte dei tuoi sogni, e non ti permette di vedere mai ciò che è. Ecco perché Buddha ha insistito tanto – e non solo Gautama il Buddha, ma tutti i buddha hanno sempre messo una fortissima enfasi su un unico punto: svegliati!Continuamente, per secoli, l’intero insegnamento di tutti i buddha può essere contenuto in un’unica parola: svegliati!

E tutti hanno escogitato metodi, strategie, hanno creato ambienti e spazi, e campi di energia nei quali puoi essere risvegliato alla consapevolezza. Di fatto, se non vieni martellato, se non sei scosso alle fondamenta, non ti sveglierai mai. Il sonno è durato così a lungo che ha raggiunto il nucleo essenziale del tuo essere, ne sei sommerso. Ogni cellula del tuo corpo e ogni fibra della tua mente sono colme di quel sonno. Non è un fatto da poco. Ecco perché occorre un grande sforzo per essere svegli, per essere attenti, all’erta, per diventare un testimone.

Se c’è un argomento sul quale i buddha concordano, è questo: l’uomo, così com’è, è addormentato, e l’uomo dovrebbe essere sveglio. Essere svegli è la meta, ed essere svegli – l’attenzione consapevole – è il sapore di tutti gli insegnamenti dei buddha: Zarathustra, Lao Tzu, Gesù, Buddha, Bahauddin, Kabir, Nanak, tutti gli illuminati hanno sempre insegnato un’unica cosa… in lingue diverse, con metafore differenti, ma la loro canzone è sempre la stessa. Proprio come il mare sa di sale – sia che il sapore venga dal Nord o dall’Est, dal Sud o dall’Ovest, il mare sa sempre di sale – il sapore del Buddha è questo essere svegli.

– Osho, “La mente che mente” –
Fonte: tratto dagli ottimi siti
http://ilviaggiodelleremita.blogspot.com/ e http://petali-di-loto.blogspot.com/