Osho, che cos’è il giornalismo sano? Il giornalismo può   sopravvivere  solo sulle notizie positive? Per favore parlaci della tua   visione sulle  responsabilità dei media.
Per giornalismo sano, intendo un giornalismo che nutre tutta la    personalità dell’uomo: il suo corpo, la sua mente, la sua anima. Un    giornalismo che abbia a cuore la creazione di una umanità migliore e non    solo il semplice riportare ciò che succede. Il giornalismo non   dovrebbe  essere solo un mezzo per divulgare le notizie, dovrebbe essere   anche  grande letteratura: a quel punto è sano. Anche il giornale di   ieri  dovrebbe restare in qualche modo valido, così che si possa   leggerlo  anche oggi. Non dovrebbe essere così momentaneo. Ma se è   solamente un  mezzo per le notizie, allora è naturale che una volta   passato quel  giorno, le notizie non siano più nuove. 
Si dovrebbe fare qualcosa che  non diventi mai vecchio, che rimanga sempre nuovo. Questo è ciò che è la grande letteratura.
Gli scritti di Dostojevskj,  oppure quelli di Leo Tolstoj, di Anton   Cecov o di Turgenjev, di  Rabindranath Tagor, resteranno significativi   fino a quando esisterà  l’umanità, più freschi che mai. Qualcosa nel   giornalismo dovrebbe possedere quella qualità e quella  qualità può   essere sviluppata....
 Può esserci spazio per le notizie, ma  queste   dovrebbero avere un’importanza secondaria. Perché cosa sono quei    notiziari? Che effetto avranno? Qualcuno ruba, qualcun altro si suicida:    che ragione c’è di farne una notizia? Perché riportare una notizia    senza che sia necessaria? Riempite lo spazio dei giornali con cose    assolutamente non essenziali.
Fateci entrare l’
essenziale. Esistono i poeti, i   pittori, gli scrittori,  ci sono dei giganti spirituali: potete farli   entrare tutti nel  giornale. Dovrebbero avere la parte maggiore… e la   politica dovrebbe  essere in terza pagina, o nella quarta, o magari in   nessuna pagina!  Avete gonfiato così tanto questi politici, dato loro   un’attenzione così  esagerata, che tutta la nazione ne soffre. Tutto il   mondo sta soffrendo a  causa di queste persone e dovrete prendervi la   responsabilità di tutto  questo. Queste persone dovrebbero essere   ridimensionate e messe al loro  posto. Essere il presidente di una   nazione non significa un granché. È  importante se è o meno un grande   presidente. La questione è la qualità. Un presidente, solo per il fatto   di essere presidente, non è un granché,  ma la sua qualità… Parlate   delle qualità, non della personalità. Un primo ministro, solo  per il   fatto di essere il primo ministro, non significa molto. Parlate  delle   sue qualità: che cosa ha fatto per il paese, che cosa è capace di  fare?   Provocatelo affinché lo faccia.
I giorni continuano a passare… ho visto questi quaranta anni passare.    Tutta la mia famiglia era coinvolta nella lotta per l’indipendenza,   sono  stati tutti in prigione per questo; e noi da bambini ne abbiamo    sofferto. Quando ero piccolo chiedevo a mio padre: “Sei sicuro che verrà    questa libertà per la quale stai combattendo? È possibile che gli    inglesi se ne vadano, ma sei sicuro che quelli che li rimpiazzeranno    saranno migliori? Capisco che stai combattendo contro la schiavitù, ma    non penso che tu abbia alcuna idea che stai combattendo per la libertà:    non hai un programma positivo, concreto!”.
Tutto il movimento di liberazione in India non aveva un programma. E il    risultato è che sono passati quaranta anni e il paese è caduto sempre    più in basso. Quando ho cominciato a parlare trent’anni fa, la    popolazione di questo paese era di quattrocento milioni. Ho parlato in    favore dei metodi anticoncezionali e mi hanno preso a pietrate, i miei    discorsi sono stati interrotti. E quando sono tornato in quella città    non mi è stato permesso di scendere dal treno: duecento integralisti    indù hanno circondato il treno per impedirmelo. E ora la popolazione  del   paese ha raggiunto i novecento milioni. Alla fine di questo secolo    passerà il miliardo. Per la prima volta nella storia, l’India  sorpasserà   la Cina. Fino adesso, la Cina era il paese più stupido, ora  sarà   l’India al primo posto. La Cina adesso è riuscita a ridurre la  sua   popolazione, ma i politici non hanno fegato, non hanno coraggio;  hanno   paura di dire la verità alla gente, perché devono prendere voti.  I  giornalisti non dovrebbero aver paura di nessuno; voi non dipendete   dai  voti di nessuno. Dovreste portare la verità. Dovreste dir loro:   “State  facendo figli, ma in realtà state creando morte. Per la fine del    secolo metà della nazione – e ciò significa cinquecento milioni –  morirà   di fame. Una persona su due. Sarete circondati dai cadaveri.  Cosa   stanno facendo i vostri politici?
Ma se parlo a favore del controllo delle nascite, i preti mi condannano e    i politici cercano di distruggere i miei sforzi, perché va contro le    superstizioni religiose della gente. Nessun politico ha il coraggio di    venire a farmi visita, di incontrarmi. Indira Gandhi aveva chiesto di   incontrarmi… per sei volte prese  appuntamento per venire a trovarmi e   il giorno prima lo cancellava. Alla  fine ho mandato la mia segretaria  a  chiederle: “Che storia è questa? Se  vuoi venire, vieni; se non vuoi   venire, nessuno ti ha invitato. Stai  continuando a chiedere…”. E lei   disse alla mia segretaria: “I miei  colleghi non me lo permettono.   Dicono che venire da te è pericoloso per  il mio futuro nella politica.   Perché non mi voterà più nessuno!”. Gli  shankaracharya, gli imam e i   vescovi ritireranno i loro voti, se vengono  a sapere che un uomo   politico è venuto da me.
E una delle cose più incredibili è che nessuno di loro ha il coraggio di    accettare la sfida di una discussione con me. Continuo a sfidarli,    dicendo che sono pronto per un dibattito pubblico con qualsiasi persona e    su qualunque soggetto e questi codardi… nessuno si fa vivo.
I giornalisti dovrebbero rendere pubbliche le notizie che riguardano    persone che stanno combattendo battaglie poco conosciute, perché le    cause impopolari sono il futuro dell’uomo. La lotte per le cause    conosciute da tutti sono l’eredità del passato, ormai marcia. I politici    non possono avere tanto coraggio, ma i giornalisti sì. E dovrebbero    averlo!  Questo genere di giornalismo io chiamo “sano”.
Tu chiedi. “Il giornalismo può sopravvivere su notizie positive?” Non    sto dicendo questo. Dico semplicemente di non cercare di sopravvivere    solo sulle notizie negative. Date spazio al positivo, in tutta la sua    bellezza e mettete il negativo come sfondo, non ci si dovrebbe    focalizzare sul negativo. Io non voglio che siate solo positivi, voglio    che siate realisti.
Il negativo è parte della vita, sì, la morte è parte della vita. Ma ciò    non vuol dire che dobbiate mettere il cimitero nel bel mezzo della    piazza del mercato. Fate il vostro cimitero fuori città, dove andate    solo una volta e non ci tornate. Perché non lo fate in mezzo al Bazar    così che tutti possano vedere ogni giorno i cadaveri che vengono    bruciati! Non rendere le persone troppo impaurite dalla morte. Non   creare delle  fobie attraverso il negativo. Questo sto dicendo. Non sto   dicendo che i  media debbano sopravvivere solo sulle notizie positive.   Questo sarebbe  sbagliato, sarebbe solo una delle due metà. Il negativo   dovrebbe essere  portato alla luce, ma non essere enfatizzato.  Dovrebbe  invece venir  criticato. Si dovrebbe dare energia al positivo e   condannare il negativo. In questo  modo non sei solamente positivo,   porti tutte due le cose… Ma la parte  negativa è brutta.
Nella vita continuiamo a mettere il positivo in primo piano e il    negativo in secondo piano. L’attitudine di un giornalismo sano dovrebbe    essere la stessa: l’enfasi dovrebbe essere sul positivo, il negativo    dovrebbe essere usato solo come contrasto per arrivare al positivo, non    dovrebbe essere enfatizzato, perché nella mente delle persone crea    l’idea che la vita sia fatta solo di cose negative. E questo è un    pericoloso cancro dell’anima. 
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